Ricoveri aumentati del 50% ed esordio dei disturbi sempre più precoce (dagli otto o nove anni). Sono questi i dati forniti dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma in occasione della giornata nazionale del 'Fiocchetto Lilla 2023’, dedicata ai disturbi alimentari (LEGGI L’ARTICOLO). 

Una malattia silenziosa, ma non invisibile agli occhi di chi sta accanto agli adolescenti disposti, talvolta, all’autodistruzione. L’anoressia e la bulimia sono solo due dei disturbi dell’alimentazione diventati molto frequenti nell’ultimo ventennio. Non è raro che tali patologie vengano classificate come delle vere e proprie epidemie o emergenze di salute mentale.

Sono molte le difficoltà incontrate da questi giovani nella loro quotidianità. Ad esempio, hanno forti problematiche nel riuscire a relazionarsi con altre persone, hanno difficoltà emotive, problemi nello svolgimento delle normali attività sociali e complicazioni mediche.

“La bulimia per me non era il problema, era la soluzione” così la campionessa di nuoto Federica Pellegrini racconta nella sua autobiografia “Oro”, pubblicata il 16 maggio. In una delle parti, che suscita più emozioni, si trova quella in cui la ex nuotatrice azzurrina parla dei suoi problemi alimentari, ormai un vecchio ricordo (LEGGI L’ARTICOLO). Era il 2005, aveva 17 anni e viveva a Milano: “La sera, dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo. Lo facevo sistematicamente, ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa. Vomitare era un po' come ripulirsi la coscienza e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore. Si chiama bulimia ma io non lo sapevo.” La campionessa ha deciso di puntare un faro su un’emergenza ancora troppo sottovalutata. 

Abbiamo quindi deciso di dar parola a questi giovani. Capire il loro dolore e il loro mondo, o per lo meno provarci. Ma soprattutto vedere quali sofferenze si celano dietro queste storie di dolore. Abbiamo intervistato due ragazze adolescenti che attribuiscono il loro malessere a critiche, esperienze, solitudine e traumi. Per la complessità del tema e il rispetto della loro serenità abbiamo deciso di tenere l’assoluto anonimato delle protagoniste. 

Cosa significa soffrire di disturbi alimentari? 

A. “Mi sento bene quando non ho cibo in corpo perché non mi sento mai abbastanza magra. Quando mangio ho bisogno di contare le calorie, arrivo a pesarmi ogni giorno per controllare il mio peso. Sono ossessionata dal pensiero del cibo e del peso". 

P. "Mi sento in colpa ogni volta che mangio qualcosa di non sano, mi vergogno del mio corpo. Anche io penso costantemente al cibo e al peso. L’unica cosa che riesco a controllare nella mia vita e l’alimentazione”

Cosa pensate vi abbia portato ad avere queste problematiche? 

A. “È strano. Senti in continuazione critiche, prese in giro, osservazioni che pesano come macigni e alla fine ci credi. Mi sono piano piano entrate nella mente e ho iniziato a vedermi come tutti dicevano di vedermi. Ora non credo di avere più la mia personalità. Sono diventata diffidente nei confronti di chiunque”

P. “Da piccola ho vissuto delle cose di cui non riesco a parlare. Solo a pochi ho confidato certe situazioni che mi hanno cambiata moltissimo. Ho sempre avuto pochi amici, non mi sono mai sentita accettata veramente da qualcuno. Questo è il mio grande dolore” 

Potete raccontarci un vostro momento infelice? 

A. “Sicuramente questo periodo: credo che sia uno dei periodi peggiori – sorride amareggiata e aggiunge - anche se ho paura che non sia solo un periodo perché ormai va avanti da mesi. Ho perso interesse per tutto, riesco con fatica ad alzarmi dal letto per tornare a letto. A volte ho paura di uscire di casa perché penso che tutti mi guardino e mi giudichino; infatti, non riesco più a mangiare come l’anno scorso perché mi guardo e mi faccio schifo. Non voglio ingrassare ancora di più.”

Cosa provi? 

A. “Mi sento vuota, non riesco a provare veri sentimenti. Non so spiegarlo ma è come se il mondo non fosse reale, come se fosse solo una creazione della mia mente. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco, come se il mio corpo non fosse il contenitore della mia mente. Spesso quando sono stanca da questo malessere mi dissocio da tutto e riesco a spegnere il cervello. E poi fatico a divertimi, un grande problema per una ragazza che sta con altre ragazze.”

Pensi che sia stato causato da un evento particolare della tua vita?

A. “Da quando mi ha lasciata il mio ex. Sento di aver perso letteralmente ogni cosa come la voglia di continuare a lottare o la felicità. Lui sapeva ogni cosa di me e mi aiutava nel percorso nonostante io non volessi più continuare”

E tu P.? Vuoi raccontarci un ricordo o un periodo spiacevole?

P. “Ricordo come un periodo terribile quello delle medie. Avevo 13 anni e problemi in famiglia, non andavo d’accordo con i miei compagni di classe (con cui non sono mai andata d’accordo per tutto il ciclo delle medie), in più avevo iniziato ad avere sempre più ansia, non avevo amici ed ero letteralmente sola

L’unica amica che avevo, ovvero la mia ex migliore amica, mi aveva mollata perché “stavo troppo male”. Anche solo il ricordo di quel periodo mi fa male, non sono mai riuscita a parlarne completamente e liberamente.”

Oggi cosa vorreste? 

P. “L’unica cosa che vorrei è la tranquillità, non tanto la felicità. Vorrei tanta tranquillità. Vorrei riuscire a fare le cose che ora non riesco a fare; vorrei avere persone accanto che mi vogliono bene; vorrei essere più libera; vorrei sentirmi come le altre ragazze della mia età. Vorrei riuscire a stare con le persone senza sentirmi male, vorrei smettere di continuare a cercare di rivivere e far tornare il passato, insomma, vorrei che qualcuno tenesse a me davvero. E poi vorrei superare tutti i traumi che ho vissuto da piccola” 

A. “Vorrei svegliarmi la mattina e riuscire ad alzarmi dal letto senza difficoltà. Vorrei fare cose normali come uscire, andare a scuola, lavarmi e prepararmi senza gli impedimenti che ho anche per le cose più semplici e normali. 

Vorrei vedere la vita come una cosa bella, come un’opportunità e non come una tortura. Vorrei piacermi invece di continuare a nascondermi nella speranza di cambiare” 

A. e P. sono due ragazze in cura per il loro disturbo. Se ti sei riconosciuto/a nel malessere delle protagoniste, oppure pensi che un tuo/a caro/a possa soffrire di disturbi alimentari visita la pagina Facebook ASD La Via di Oz (dove puoi inviare un messaggio) oppure uno psicologo specializzato in disturbi alimentari.

La tua storia è importante. Se vuoi aiutarci a sensibilizzare sempre più persone al tema dei disturbi alimentari, puoi farlo scrivendo all'indirizzo redazione@sardegnalive.net oppure su WhatsApp al numero 351 69 79 100

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