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Una comunità intera, ha accompagnato nel suo ultimo viaggio Michela Sotgia, la studentessa di 19 anni di Dorgali travolta e uccisa da un'auto nella notte di Holloween a Marina di Pietrasanta, in Versilia. Non ce l'ha fatta la parrocchia di Santa Caterina ad accogliere tutte le persone arrivate per dare l'ultimo saluto alla ragazza "solare e studiosa", iscritta da qualche mese al primo anno di Fisica all'Università di Pisa. "Hai cercato tanto nella tua vita, avevi coronato i primi sogni e progetti, eri aperta verso il futuro e in un attimo hai trovato la morte - così il parroco don Michele Casula nell'omelia - Sognavi il cielo e lo scrutavi con passione, ora il tuo sguardo è limpido e può scrutare l'immensità del cielo, ammirando col tuo stupore la bellezza di Dio. Non hai più bisogno del tuo cannocchiale perchè davanti a te si è aperto il mistero della vita e tu ne sei entrata e ne farai parte in eterno".
Il parroco ha voluto ricordare la generosità dei genitori di Michela, che hanno deciso per la donazione degli organi. "Dopo la tua morte il tuo corpo è diventato 'pane spezzato' che è stato offerto e ha donato la vita ad altre persone - ha sottolineato don Casula - In quel gesto straordinario di amore che i tuoi hanno compiuto, sapendo che tu avresti voluto questo dono, si è ripetuto il gesto di Cristo: non c'è amore più grande di dare la vita e tu hai donato vita". Davanti al feretro, il padre, la madre e la sorella di Michela, chiusi nel loro dolore.
C'era anche Angela in chiesa, la sua migliore amica che dall'altare l'ha salutata ricordando la sua passione per le stelle. "Noi avremo per sempre ciò che nessuno ha - ha detto tra le lacrime - continueremo a guardare il cielo, così noi avremo, solo noi, delle stelle che ci sorrideranno".