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Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Marco Geta, ha archiviato il procedimento penale nei confronti del sindacalista della Uil-Pa Polizia Penitenziaria dopo la querela del Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria, Maurizio Veneziano.
Si tratta di un fatto risalente al 2017, quando il provveditore aveva contestato ad un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria, in servizio presso la Casa circondariale di Uta, Michele Cireddu (nella foto), alcune anomalie nel servizio con delle modalità che il segretario generale della Sardegna della Uil-Pa Michele Cireddu (attualmente ispettore), aveva contestato in una vertenza sindacale oggetto della querela.
Da qui l’iter che si è concluso con l’archiviazione che aveva già richiesto il Pubblico Ministero in fase di indagine preliminare ma a seguito dell’opposizione del legale del Provveditore è stato necessario arrivare in udienza dove definitivamente il Gip ha archiviato il procedimento.
Il Giudice ha riconosciuto il diritto di critica ex art. 51 del c.p. da cui il sindacalista non è trasceso, su cui la difesa ha incentrato la propria tesi difensiva. Soddisfazione da parte del sindacalista: “Sono felice per come si è risolta la questione – dice - in premessa voglio ringraziare i miei due avvocati Annamaria Busia di Cagliari e Gaetano Di Lorenzo di Busto Arsizio che hanno sostenuto le mie ragioni di diritto in maniera straordinaria, non sono stati solo due splendidi professionisti ma autentici Amici che si non battuti per riconoscere la libertà di critica per chi rappresenta e difende i lavoratori. Sono soddisfatto anche per come la Uil mi ha sostenuto ed ha creduto nel mio operato. Ho sempre avuto fiducia nella giustizia anche perché prima di essere un sindacalista sono un uomo che opera e lavora per la Giustizia e davvero la sentenza del Tribunale di Palermo non fa altro che alimentare ulteriore fiducia ed entusiasmo per svolgere il mio difficilissimo lavoro di poliziotto e di sindacalista. Continuerò ancora con più forza – ammette Cireddu - per cercare di contribuire a migliorare le condizioni lavorative negli ambienti considerati in maniera errata di confine ma dove la presenza dello Stato e della legalità devono continuare ad essere forti. Voglio continuare a rappresentare per ogni poliziotto penitenziario della Sardegna un punto di riferimento, ogni Agente deve certamente continuare ad operare con professionalità e spirito di sacrificio ma deve anche essere valorizzato e sostenuto dai vertici dell’Amministrazione come merita, perché soprattutto grazie al grande lavoro oscuro che svolge la Polizia penitenziaria il sistema penitenziario in Sardegna ma anche nella penisola, riesce a reggere l’urto del sovraffollamento e della criminalità che si contrasta soprattutto negli Istituti Penitenziari”.