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Crollo dell'80% della produzione e invasione di miele straniero: due barattoli su 3 sono importati, il 40% dall'Ungheria e oltre il 10% dalla Cina. Gli alveari sardi rischiano la chiusura. A dare l'allarme è Coldiretti Sardegna: l'organizzazione lancia l'hashtag #compramielesardo. In primavera le produzioni di miele sono state quasi nulle. Nel sud Sardegna si sono fermate al 20% (- 80%), circa 4 kg ad alveare rispetto ai 20 kg di media.
A salvarsi relativamente sono state solo alcune aree del centro Nord Sardegna e Logudoro (che rappresentano circa il 15% del settore sardo). Lì le perdite si sono fermate al 50%.
Quest'anno sarà molto difficile trovare miele di arancio sardo: gli agrumi in forte stress per il clima anomalo hanno fiorito con un mese di anticipo. Le fioriture prodotte sono prevalentemente di macchia mediterranea ed asfodelo, assente quella di cardo. Non andrà meglio d'estate. La produzione dell'eucalipto, ancora di salvezza degli apicoltori, quest'anno si è sviluppata in modo molto più lento a causa del forte maestrale che ha colpito la Sardegna nel momento di maggior produzione nettarifera delle piante e ha compromesso la capacità operativa delle api e produttività della pianta. Da qui l'Sos di Coldiretti: 1767 apicoltori rischiano di dover dismettere i 66.773 alveari presenti in Sardegna.
A rischio anche gli 828 apicoltori professionali (939 sono i cosiddetti hobbisti). A ciò si aggiunge anche la burocrazia. "Circa il 70% degli apicoltori aspetta ancora gli indennizzi per la siccità del 2017 - ricorda il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -, una lentezza ingiustificabile e improponibile per imprese che aspettano da tre anni nell'incertezza assoluta".