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Migliorare la qualità della vita delle persone trattenute nei Centri di permanenza per i rimpatri, sotto il profilo psicologico e sociale, attraverso la stipula di protocolli con il Servizio sanitario nazionale. E' l'indicazione contenuta in una circolare inviata ai prefetti responsabili dei Cpr sul territorio nazionale, che recepisce le raccomandazioni che il Garante nazionale dei detenuti aveva formulato a seguito della visita al Centro di Torino lo scorso 14 giugno, poco dopo il suicidio del cittadino guineano Musa Balde.
Il ministero sollecita i prefetti ad assicurare cure e sostegno alle persone vulnerabili anche in fase di rilascio dai Centri stipulando specifici "protocolli, ove non già provveduto, e se del caso di rafforzarne il contenuto, valutando l'inserimento di ogni utile previsione idonea a migliorare l'efficacia degli interventi nello specifico settore e prevedendo, altresì che, anche in fase di rilascio dal Cpr, vengano prestate le cure e l'assistenza necessarie a tutelare l'integrità fisica dei migranti".
Nella circolare si fa riferimento inoltre alla necessità di favorire, attraverso accordi con enti, associazioni di volontariato e cooperative di solidarietà sociale, lo svolgimento di attività ricreative all'interno dei centri.