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Image processed by CodeCarvings Piczard ### FREE Community Edition ### on 2016-07-04 10:14:49Z | |
Sono stati fermati i presunti scafisti che il 28 giugno scorso erano alla guida di un’imbarcazione con a bordo 291 migranti provenienti da varie nazioni dell’Africa, salvati poi a largo delle coste libiche e sbarcati ieri a Cagliari.
Si tratta di cinque persone, di cui tre minorenni: Amehd Mosa, egiziano di 20 anni, definito il capitano per la sua attitudine a condurre il peschereccio; A.H., egiziano 17enne egiziano, definito “il capo”, indicava la rotta al “capitano”. Sarebbe stato anche l'artefice di una rapina nei confronti di un migrante di nazionalità eritrea, picchiato e a cui sarebbero stati rubati 700 dollari e i documenti, successivamente stracciati.
Un altro 17enne, invece, H. A., anche lui egiziano, privo di documenti, avrebbe avuto il compito di vigilare i migranti all’interno del peschereccio con metodi vessatori e violenti. Anche lui ha concorso nella rapina ai danni del migrante eritreo.
E’ stato fermato anche Mario Ghattas, egiziano, di 18 anni, anche lui avrebbe avuto il ruolo di sorvegliare i migranti all’interno del peschereccio.
Infine, il terzo 17enne, A.M.S, egiziano, con abilità meccaniche, si sarebbe occupava di piccole manutenzioni meccaniche a bordo dell’imbarcazione.
Dalle testimonianze di alcuni migranti, il personale della Squadra Mobile e della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Cagliari, ha scoperto che coloro ai quali era stato deputato il compito di condurre l’imbarcazione fino al territorio italiano avevano avuto delle precise disposizioni da parte di altre persone, probabilmente di nazionalità libica che, anche durante il viaggio in mare aperto, fornivano ausilio telefonico, ogni qual volta sorgesse qualche problema di natura tecnica/o meccanica.
All’interno dell’imbarcazione, inoltre, è stato rinvenuto e sottoposto a sequestro un navigatore satellitare g.p.s., all’interno del quale era visionabile il percorso del viaggio e la destinazione finale, le coste ioniche della Calabria.
Inoltre, gli scafisti, prima delle operazioni di soccorso, hanno intimato ai passeggeri di non rivelare notizie sulla loro identità e sulle mansioni svolte nel corso della traversata.