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Tutto come sempre, o quasi, forse anche peggio: la situazione al Cap (Centro di Prima Accoglienza a Monastir, sede dell’ex scuola di Polizia Penitenziaria), è diventata questione di allarme sanitario e sociale: “Dopo alcuni giorni dal nostro cominciato, riteniamo doveroso un ulteriore intervento che risolva criticità che ci preoccupano seriamente – denuncia in una lettera al Questore Pierluigi D’Angelo, il segretario provinciale del Sap, Luca Agati - il rischio contagio é ancora altissimo, sia tra gli stranieri che di conseguenza tra gli stessi operatori di Polizia. Gli ospiti ogni giorno, soprattutto nelle ore serali e notturne, vagano per il centro, scavalcando sia internamente che verso l'esterno. Le disposizioni per gli addetti alla vigilanza continuano ad essere quelle di non intervenire. I poliziotti continuano a non essere in grado di riconoscere sani da malati, a non avere punti di riferimento che possano dare indicazioni sullo stato di salute di chi hanno davanti"
La sassaiola, l'alcol, le fughe
"Il centro, com’è noto - ricorda Agati - è stato oggetto di una fitta sassaiola l'altra notte quando, come già segnalato qualche giorno fa, il tappeto d'erba di fronte alla palestra era una distesa di bottiglie di alcoolici e superalcolici abbandonate. Solo l'eccellente intervento dei poliziotti ha scongiurato il peggio.
Ogni notte – rammenta Agati, del Sindacato Autonomo di Polizia - é sempre la stessa storia, continuano ad entrare nel centro bottiglie comprate o rubate dal vicino centro commerciale. Non possiamo tollerare che un algerino possa fronteggiare nel piazzale gli uomini del Reparto Mobile urlando "io Covid, io male, io paracetamolo" con gli stessi che lo invitano a stare lontano, quando dovrebbe essere all'interno del reparto a lui dedicato. Il rischio per i poliziotti é davvero altissimo".
Malati, contagi, focolai
"Sottolinea ancora Luca Agati - dentro al centro di Monastir succedono cose assurde, malati e non malati si mischiano rischiando di generare focolai che potrebbero colpire i nostri uomini. Che senso ha trattenere gli algerini potenzialmente negativi in condizione di quarantena, quando questi entrano a contatto con i positivi ed escono indisturbati dal centro frequentando locali commerciali in paese, per poi tornare all'interno come se nulla fosse? La preoccupazione é troppo alta sia per ciò che accade all'interno sia per ciò che accade fuori, con allarmanti manifestazioni di intolleranza. Dispiace leggere nel comunicato della Prefettura che é in previsione l'aumento delle telecamere a circuito chiuso che andranno ad implementare il sistema già esistente. Peccato che nessuno le guardi, che sia un sistema ad oggi totalmente inutilizzato. E poi, anche se ci fosse personale davanti alle telecamere, chi interverrebbe visto che le disposizioni sono di non fare nulla? Che senso ha vigilare all'interno un luogo se non si può vietare agli occupanti di uscire o saltare da un'area all'altra? Leggiamo, sempre nello stesso comunicato che non sono state registrate fughe definitive. Ci viene tanto in mente la famosa scena del film “Amici miei”. Ma che significa dato che gli stranieri escono ed entrano dal centro pressoché indisturbati?
Non è forse assurdo tutto questo? Oltretutto non é normale che un gruppo di stranieri abbia occupato l'area dove sono presenti i bagni del nostro personale. L'unico servizio fruibile é quello del corpo di guardia ed é sporco e per nulla funzionale, utilizzato ventiquattro ore su ventiquattro da tutti gli operatori, maschi e femmine. Il problema deve essere risolto al più presto - invoca il sindacalista Sap - un altro dettaglio ci preoccupa; ciò che stiamo rappresentando viene impiccolito da alcuni dirigenti secondo i quali tutto va bene. Leggendo i nostri scritti e vivendo in prima persona il centro, appare tutto il contrario. Vogliamo augurarci che le nostre preoccupazioni siano le stesse dei suoi più stretti collaboratori che si rapportano con il personale in prima linea. Non possiamo accettare che ciò che viene riportato venga minimizzato, ne oggi ne mai. Signor Questore – aggiunge sempre Luca Agati, Sap - in ultimo, visti gli accadimenti di questi ultimi giorni, non sarà il caso di effettuare accertamenti sanitari sui poliziotti impegnati nel centro? Nessuno ne parla, nessuno ne fa menzione, ma i colleghi iniziano ad avere serie preoccupazioni e noi non possiamo che far nostra la loro la richiesta.
In attesa dei prossimi sbarchi...”