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Questa è la storia di Mike, un Bracco tedesco scartato, deriso e sottovalutato da tutti. La storia di questo “cagnaccio” inizia in Calabria, luogo in cui ha passato il suo primo anno e mezzo di vita, caduto in mani sbagliate, tra ipotetici addestratori cinofili e pseudo conoscitori della razza, Mike si ritrova a non essere più il tanto desiderato cane da ferma ma si era trasformato nel cane che nessuno avrebbe mai voluto. A detta di alcuni era brutto, a detta di altri non valeva un centesimo, ormai i danni psicologici su questa povera bestiola erano stati fatti, dicevano che un cane del genere “non serviva” come se questi esseri viventi fossero semplicemente oggetti e privi di anima: “Venni a sapere dell’esistenza di Mike attraverso una telefonata ricevuta sul cellulare del mio compagno Sergio – racconta Daniela Floris - in quanto addestratore cinofilo, ma questa volta dall’altra parte della cornetta non c’era un proprietario disperato che voleva rieducare il proprio cane, ma c’era un uomo che del suo cane se ne voleva liberare. Mike era un peso, Mike abbaiava tanto, Mike era rozzo, Mike era molto esuberante e tanti altri aggettivi dispregiativi per sminuire questo Bracco incompreso”.
La storia
“All’inizio ho sperato che Mike restasse lì dov’era – prosegue Daniela - dicevo che mi bastavano i miei due cani e che prima di accollarmi i cani degli altri, avrei deciso io quale altro cane prendermi, non di sicuro un cane problematico, ma più il suo proprietario insisteva e più capivo che probabilmente il cane aveva davvero bisogno di aiuto, che tra le mani di quella persona non ci faceva nulla e che la cosa più giusta sarebbe stata quella di aprirgli le mie braccia e farlo vivere serenamente. Era una sera di gennaio del 2018 quando Mike arrivò in Sardegna, ricordo che era molto peggio di come mi era stato descritto: spaventato, denutrito, spelacchiato, sporco e puzzolente, non potrei descriverlo diversamente. Era talmente magro che temevo fosse malato, così il giorno dopo andai dal veterinario ma tutte le analisi furono perfette. Da lì a breve, grazie soprattutto all’aiuto di Sergio, il cane riprese fiducia in se stesso e anche forma, qualche mese dopo Mike era diventato un bellissimo Kurzhaar. Ero sicura che oltre quel corpicino così bello, Mike era anche molto altro e fu così che giorno dopo giorno, tra lui e Sergio, si consolidava sempre di più un rapporto viscerale. Non avevo idea di quello che sarebbe potuto diventare ma ero certa che avrebbe avuto una metamorfosi e così è stato. Senza l’esperienza di Sergio, Mike non sarebbe mai diventato nessuno ed oggi, a gran voce, posso dire che Mike è rinato. Da sempre desideravo un cane che mi desse emozioni diverse da quelle alle quali sono abituata, desideravo un cane da alto agonismo, capace di differenziarsi da tutti gli altri e lui è l’incarnazione vivente della competizione. Affianco a Sergio, il mio “brutto anatroccolo” si è trasformato in un bellissimo cigno, quello che nessuno voleva e che qualcuno avrebbe voluto far fuori, oggi è diventato il cane più discusso nell’ambito dell’alta Cinofilia ufficiale. Si sono concluse recentemente a Gonnoscodina le prove Enci su selvaggina naturale e per ben 4 giorni il re della Marmilla è stato proprio il mio Mike, portandosi a casa 4 eccellenti e2 C.A.C., in poche parole a breve rischierà di essere proclamato Campione Italiano di lavoro, un grande successo per un cagnaccio che “non valeva nulla”, una grande soddisfazione per me che grazie all’aiuto di Sergio, il sogno di portare al guinzaglio un campione si sta per realizzare”.
Nelle 2 foto, Daniela Floris, mentre l’immagine di gruppo è stata scattata a Gonnoscodina, da sinistra il giudice Enci Giorgio Gaggero, il giudice EnciI Aldo Morandi, l'addestratore Sergio Grassi, Daniela Floris assieme a Mike e il custode dell'Oasi di Gonnoscodina, nonché Francesco Abis”.