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Identificazione, salvaguardia promozione dei beni immateriali nel quadro delle politiche UNESCO. Questo il tema trattato venerdì scorso a Milano durante un convegno internazionale promosso dalla Regione Lombardia. Argomento teso alla messa a fuoco delle più avanzate teorie e metodologie di analisi delle istituzioni patrimoniali, al fine di un sempre più efficace processo di riconoscimento e valorizzazione di quel patrimonio identitario immateriale che caratterizza le Regioni italiane.
Tanti i relatori partecipanti, tra i quali Massimo Bray, direttore dell’Istituto della Encicopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Andrea Carlino, Storico della medicina dell’Università di Ginevra, Philippe Daverio, Storico dell’Arte Riti miti e ricorrenze, Andrea Rurale dell’Università Bocconi. Padrone di casa l’Assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia, Cristina Capellini.
Diversi rappresentanti, non solo italiani, anche delle tradizioni regionali. Per la Sardegna e in particolare per il Carnevale di Mamoiada era presente il sindaco del centro barbaricino, Luciano Barone.
“È stato un convegno molto utile”, ha detto Barone, “durante il mio intervento ho soffermato l’attenzione sul grande potere di aggregazione sociale che sviluppano le nostre tradizioni. Il carnevale per noi è quell’elemento che ci ha fatto risollevare dall’oblio in cui stavamo ricadendo per decenni”. Il sindaco ha anche aggiunto: “Si è parlato di UNESCO e ho ricordato il progetto Mascheras che ci vede uniti a Orotelli e Ottana. Ho tenuto, inoltre, a sottolineare l’importanza di vedere la nostra cultura con gli occhi di chi ha avuto il coraggio di conoscere e confrontarsi con altre realtà”.
Il mondo accademico riconosce il carnevale di Mamoiada tra i più identitari. È quanto risulta da uno studio della Treccani ed è anche quanto sottolineato con entusiasmo dallo stesso Direttore Massimo Bray della Treccani durante il suo intervento. Entusiasmo condiviso anche dallo storico, critico d’arte e scrittore Philippe Daverio.
Nella foto l'assessore Francesco Crisponi con il critico d'arte, docente e scrittore Philippe Daverio.