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"Resterò al mio posto, nella scuola elementare di Mamoiada, dove continuerò a svolgere il mio lavoro. Il paese mi ha dimostrato tanta solidarietà e affetto, per questo ringrazio tutti di cuore, mi stanno dando la forza di andare avanti". Così Luisa Fancello, la maestra elementare di Oliena, a cui venerdì scorso è stata fatta recapitare, attraverso la segreteria della scuola dove insegna in una seconda elementare, una lettera densa di minacce, con allegato un proiettile.
"Tratta male i tuoi bambini anziché quelli degli altri. Vattene da qui Mamoiada non ti vuole", c'era scritto in sintesi nella lettera. La maestra ha parlato, per la prima volta dopo i fatti, durante il Consiglio d'istituto straordinario convocato ieri sera dal dirigente dell'istituito comprensivo Mamoiada Fonni, Antonio Fadda, per condannare quanto accaduto. Un incontro a cui hanno partecipato un centinaio di persone: tante mamme di Mamoiada, Fonni e Oliena (paese dove vive la maestra), presenti anche tutti gli insegnanti.
All'incontro invitati anche i sindaci di Mamoiada, Oliena e Fonni, Luciano Barone, Martino Salis e Daniela Falconi. Luisa Fancello era commossa da tanto affetto ma anche molto provata: "Da quando mi è stata consegnata la lettera - ha detto - ho pianto molto e sono giorni che non dormo. Mi è stata di aiuto la solidarietà di questa comunità ma anche dei paesi vicini. Ho capito che il gesto nei miei confronti è un fatto isolato che non può impedirmi di continuare a svolgere il mio lavoro".
Le mamme della seconda elementare dove la maestra insegna si sono dette "sconvolte per un simile atto", dopo aver ribadito di non essere "mai venute a conoscenza all'interno della classe di nessun tipo di problema che potesse scatenare un qualche risentimento nei confronti dell'insegnante". Ferma anche la condanna delle istituzioni: i sindaci all'unisono hanno rimarcato l'importanza del dialogo e la necessità di riflettere su quanto accaduto. Così come il dirigente Fadda: "Il Consiglio d'istituto di oggi vuole essere la prima dura reazione a un'azione così spropositata. Gesti così devono trovare sempre la ferma reazione della comunità e del mondo della scuola".