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“Le discariche minerarie abbandonate del Sulcis Iglesiente Guspinese contengono Piombo e zinco per un valore di 3 miliardi e trecento milioni di euro. Un quantitativo che consente di progettare un piano economico di non meno di 15/20 anni rilanciando l’intero territorio".
"Qualcuno progettava segretamente di far gestire questo piano agli australiani con la complicità di forti amicizie con l’apparato regionale e qualche socio privato. Ora che tutto è scoperto, bisogna subito mettere in campo un grande progetto pubblico di bonifica economica dei territori del sud Sardegna. Fuori australiani e profittatori e coinvolgimento diretto di università e professionalità locali, lavoratori e tecnici Igea, disoccupati sardi per avviare un progetto imponente sia sul piano ambientale che della ricaduta economica con reddito sicuro per il territorio”.
Lo ha dichiarato il deputato sardo Mauro Pili che stamane ha trasmesso alla Camera dei Deputati il piano australiano, con tutti i dati tenuti segreti, per “ripulire” le vecchie discariche minerarie di piombo e zinco.
“Dal piano australiano e dopo le verifiche puntuali sul caso emerge con chiarezza che sulle miniere del Sulcis Iglesiente si stava mettendo in atto un piano di saccheggio di Piombo e zinco senza precedenti – denuncia Pili. Nelle miniere sarde gli australiani, con la complicità di “forti” amicizie nell’apparato regionale, stavano progettando un sacco miliardario di piombo e zinco contenuto in vecchie discariche di oltre 90 milioni di sterili accumulati dalle lavorazioni minerarie in 200 anni di estrazioni. Il piano segreto, conservato segretamente tra gli affari importanti degli eredi della Sardinia Gold Mining, esce per la prima volta allo scoperto in tua la sua imponenza. Gli australiani, quelli del fallimento della miniera d’oro di Furtei, avevano messo gli occhi su un vero e proprio giacimento miliardario di Piombo e zinco nel Sulcis Iglesiente. Tutto questo con la regia di viale Trento che attraverso l’Igea ha consegnato il passepartout delle discariche di sterili agli australiani di J. Morris, lo stesso della Sardinia Gold Mining, furbescamente fallita nel marzo del 2009 lasciandosi alle spalle un disastro ambientale senza precedenti.
Ora che questo piano emerge dai cassetti della Borsa di Londra non resta che tradurlo in un vero e proprio piano produttivo estrattivo per la Sardegna. I dati contenuti nel report riservato della KingsRose Mining sono a dir poco straordinari. In pratica sono stati esaminati 20 siti con altrettante campagne di trivellazioni e carotaggi per rilevare la stratigrafia e valutare i tenori di Piombo e zinco, ma sono stati esaminati anche oro e argento rilevati. Si tratta di tenori importanti che fanno emergere risvolti economici impensabili per l’intero bacino del Sulcis Iglesiente”.
“Da un quantitativo di sterili pari a quasi 90 milioni di tonnellate si calcola di poter estrarre 490 milioni di kg di piombo e un milione e ottocento mila kg di zinco. Cifre rilevanti se quotate sul mercato di Londra alla valutazione di inizio settimana: per il piombo il valore calcolato è di 772 milioni di euro, mentre la cifra sale a