La ventitreesima edizione di Monumenti Aperti, manifestazione coordinata da Imago Mundi Onlus, vedrà protagonista anche l’Unione dei comuni del Basso Campidano: Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Ussana e Villasor.

Saranno 36 in totale i monumenti del patrimonio artistico, religioso e civile, che apriranno le loro porte nelle giornate di domani 4 e domenica 5 maggio.

Per Luisa Murru (sindaca di Monastir), Mariassunta Pisano (sindaca di Nuraminis); Enrico Collu (sindaco di San Sperate), Roberto Neroni (commissario straordinario di Samatzai) Emidio Contini (Sindaco di Ussana) e Massimo Pinna (Sindaco di Villasor) : “Monumenti Aperti rappresenta per il territorio dell’Unione dei Comuni del Basso Campidano un’irripetibile occasione di condivisione di un patrimonio culturale ed etnologico che, pur con le peculiarità locali, mostra una notevole omogeneità frutto del comune percorso storico che ha caratterizzato le comunità interessate. Un filo conduttore comune che porterà il visitatore, che calcherà le strade dei comuni coinvolti, a ripercorrere le tappe più significative della storia della Sardegna: dalle testimonianze prenuragiche di Monastir a quelle medievali di Samatzai e Villasor, passando per le vestigia bizantine di Nuraminis e romane di Ussana, per giungere all’arte contemporanea con i murales e le “pietre sonore” di San Sperate. Ad essere portata in vetrina non sarà però solo un’eredità architettonica ed artistica di grande valore, ma la concezione stessa dell’ospitalità sarda declinata a 360 gradi tanto nelle case campidanesi con i portoni sempre aperti, che nella cordialità degli abitanti, orgogliosi di mettere a disposizione dell’ospite quell’inestimabile patrimonio di valori che si è soliti definire su connottu”.

Per quanto riguarda Monastir saranno 4 i siti visitabili e sono tutte novità rispetto alla passata edizione: la Necropoli a domus de janas de Is Aruttas, la Chiesa di Santa Lucia, che si trova a circa quattro km dal centro urbano del  paese; la Fortezza di Baratuli e il Virtual tour, un viaggio alla scoperta dei siti archeologici, storico – artistici e naturalistici del territorio di Monastir.

Nuraminis proporrà, invece, la Tomba bizantina, una sepoltura semipogea, situata in località San Costantino, sulla strada Nuraminis Villagreca. Poi la Chiesa di San Pietro, l’Ex Monte Granatico, la Chiesa della Confraternita del Rosario, il Lavatoio pubblico di Nuracesus; la Chiesa campestre di San Lussorio che sorge a pochi chilometri dall’abitato, nelle campagne tra Nuraminis e Serramanna e la Parrocchiale di San Vito Martire che si trova a Villagreca.

A Samatzai potranno essere visitati  Sa domu de su ferreri con il laboratorio che mantiene inalterate le sue caratteristiche originarie; il Monte Granatico, realizzato da maestranze locali nel 1761 per lo stoccaggio del grano e adibito ora a manifestazioni culturali e ricreative. Due le chiese: la Chiesa di San Giovanni e quella di Santa Barbara, destinata, dalla sua costruzione nel XVII secolo e sino al 1931, a uso cimiteriale. 

San Sperate proporrà la Casa Brisu, un significativo esempio di riqualificazione urbanistica di una tipica casa campidanese e la Parrocchia di San Sperate Martire edificata nel 1649, e che insiste su una precedente costruzione di epoca tardo antica, una ecclesia paleocristiana, realizzata tra IV e VI secolo. Poi sono visitabili: la Chiesa di San Giovanni Battista, chiesa romanica a navata unica, la Chiesa di Santa Lucia che risale alla fine del Cinquecento; il Museo del Crudo utilizzato per mostre estemporanee, convegni e iniziative di carattere culturale; il Frantoio di Casa Tola, complesso realizzato in làdiri, che rappresenta la caratteristica casa campidanese e all’interno custodisce gli strumenti per la produzione manuale dell’olio prima dell’industrializzazione; il Giardino sonoro, il museo all’aperto cui ha dato vita l’ artista Pinuccio Sciola; il Murale “Il Santo Patrono”, ideato e realizzato nel 1976 da Angelo Pilloni, muralista di San Sperate.

A Ussana potranno essere ammirati la Chiesa di San Saturno al cui interno è conservato un sarcofago romano del III secolo d. C. con una ricca decorazione scultorea nella parte frontale e nei due lati; l’Oratorio del Rosario, il Ponte Segafenu, edificato nel 1797 sul Rio Mannu nei pressi di un ponte romano e il Monte Granatico. Sono visitabili anche la Chiesa di San Sebastiano Martire, sorta nella prima metà del XVI secolo come ex voto dopo un periodo di pestilenze e carestie e infine il Complesso termale, situato poco fuori del paese e la cui costruzione risale al IV secolo d.C.

Villasor proporrà il Castello Siviller, una dimora privata fortificata, che fu costruito nel 1415 per volere della famiglia omonima; ex convento dei Cappuccini, la Chiesa di Sant’Antioco al cui interno è conservata un’antica fonte battesimale del 1734 e la Chiesa di Santa Vitalia. Infine sono aperte le case Campidanesi: Casa Podda e Casa Medda, due case risalenti agli anni 1920/25, acquisite e restaura dal comune.