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C’erano proprio tutti, sabato scorso a Monastir, nell’affollatissima aula consiliare del Comune. A partire dall’autore di Dimonios, Colonnello Sechi, che con un eloquio di grande empatia e con la sua consueta umiltà e modestia ha ripercorso la storia dell’Inno della Brigata “Sassari” attraverso un’esegesi del testo, ovvero di se stesso, perché ogni parola è figlia della sua anima. Quella di Luciano Sechi è stata una vera e propria lectio magistralis.
Né poteva mancare all’appuntamento colui che nel 1994, 6 anni dopo la ricostituzione della leggendaria Brigata, decise di adottare per i “Diavoli Rossi” un Inno identitario che potesse incarnare, esprimere e comunicare, attraverso le parole e la musica più appropriate, spirito, sentimenti e amor patrio del popolo sardo e quello dell’intera Nazione.
Dunque, se di identità si doveva parlare, l’iniziativa, l’idea di Dimonios, non poteva essere che quella del Generale Nicolò Manca, primo comandante sardo della Brigata “Sassari”. L’alto Ufficiale, figura splendida come ai tempi in cui lo stesso sottoscritto ha avuto l’onore di essere un suo diretto collaboratore, ha rievocato, con la consueta brillantezza, fatti ed episodi legati alla nascita dell’Inno.
In particolare, tra quelli citati, ha fatto riferimento al secondo “passo” da compiere dopo averne deciso l’adozione, ovvero: a chi affidare il compito di scrivere testo e melodia del brano in pectore? E qui il Generale Manca, con visibile emozione, ha rievocato un’altra grande figura della ricostituita Brigata “Sassari”: il Colonnello Antonio Angius, prematuramente scomparso. Fu lui a consigliare all’amico e Comandante Nicolò Manca di affidare all’allora Capitano Luciano Sechi il compito di pensare, con parole e musica, l’Inno per la Brigata “Sassari”. Quello che seguì, è nella storia.
Tra i protagonisti, il M° Alberto Cugia, fondatore della “Banda Monastir”, ma non solo, e persona tuttora presente per i suoi trascorsi, anche come musicista - ultima collaborazione, la creazione della fanfara del 3° Terzo Reggimento Bersaglieri, grazie all’allora C.te, Colonnello Gabriele Cosimo Garau, ora Generale - nel mondo delle stellette e da sempre vicina all’autore di Dimonios e allo stesso Generale Manca.
In particolare, la più recente collaborazione con il Colonnello Sechi, ha prodotto un risultato che ha reso l’evento della giornata come occasione per farne conoscere i contenuti e cioè la presentazione di un CD in cui Dimonios è eseguito, attraverso la trascrizione per banda sinfonica del M° Cugia, riportando fedelmente, per la prima volta nella storia dell’Inno, la melodia del manoscritto originale del suo autore.
La relativa e recente registrazione ha visto la partecipazione della “Banda Monastir”, diretta dal maestro Alessandro Cabras, dei cori “Stella Maris” di Magomadas, diretto dal M° Giomaria Tedde, polifonica Kalaritana, diretta dal M° Mons. Gianfranco Deiosso, e di due cori parrocchiali di Monastir diretti dal M° Massimiliano Rocco e dallo stesso M° Deiosso.
Il pubblico in sala ha seguito con viva partecipazione e anche tratti di profonda emozione l’evolversi degli interventi, dei racconti e delle mirabili performance del coro di Magomadas e della “Banda Monastir”. Il saluto finale con l’esecuzione di Dimonios ha fatto andare in visibilio l’intera platea, che ha tributato a tutti gli intervenuti un interminabile applauso.
L’evento, inserito nella rassegna “Music Folk Festival MONASTIR’ ART”, è stato promosso e organizzato dalla Banda Musicale Monastir, in collaborazione con il Comune di Monastir, rappresentato in sala dal vicesindaco Gianluca Lampis, e la Regione Autonoma della Sardegna. Ha condotto la serata Giuseppe Cinus.
Di seguito la poesia di Francesco Pes:
A s’umbra naschet ‘e sos nuraghes
pro onorare tantos fizos de Sardigna
Dimonios Innu ‘e milli ‘oghes.
Su poèta sardu cantat cun vena digna
de versos méritat una corona
su soldadu ch’in sa gherra infame sonniáiat una carigna.
Esser in festa cun amigos est cosa ona
pro ammentare de sa Brigata Tatharesa
s’Innu Dimonios chi oe onorat s’Elicona.
Cantamos tott’umpare “china su fronte si ses sétzidu pesa”
pro nárrer inoghe a sa sarda zente e in totúe
cun s’armunía in coro chi Sardigna est bellesa.