Manneddu è tornato a casa. Accolto dai ragazzi delle scuole di Cabras, il Gigante pugilatore ha fatto ritorno nella sua terra originaria e ora giace in bella mostra nella sala del museo civico Giovanni Marongiu, insieme alle sculture che prima di lui erano state scelte per il primo allestimento nel paese lagunare.

Manneddu, con i suoi 193 centimetri di altezza e i 330 chili di peso venne chiamato così perché era il più imponente tra i reperti rinvenuti durante lo scavo di Carlo Tronchetti degli anni Settanta e oggi fa da precursore al rientro di tutte le sculture nella terra dei Giganti.

“Oggi si completa la prima parte della riunificazione del complesso monumentale di Mont’e Prama e si dà un significato simbolico alla collaborazione fra l’Ente locale, il Ministero e la Regione autonoma della Sardegna che è sublimata dalla presenza di questi enti all’interno della Fondazione. I ragazzi delle scuole sono stati protagonisti della mattinata e la nuova direttrice si è inserita nello spirito che governa la Fondazione fin dal primo momento. Siamo fiduciosi per lo sviluppo del territorio e della Sardegna intera” dichiara il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni.

“L’operazione di oggi è da considerarsi come un primo avvio rispetto al completamento del grande allestimento della nuova sala del museo – afferma il Sindaco Andrea Abis - . È una tappa significativa perché determina un punto di arrivo importante, con una scultura che ritorna a Cabras senza esserci mai stata prima, se non nelle origini. Il Comune e la Fondazione hanno lucidamente presente nella propria programmazione una politica di sviluppo sostenibile, insieme alle istituzioni deputate del Ministero, che possa esprimere al massimo una promozione anche di tipo turistico e non solo di tipo culturale, per la nostra popolazione locale”.

“Un inizio veramente eccezionale, segnato dall’arrivo di questa scultura che riprende il processo della riunificazione del complesso scultoreo. Abbiamo tenuto che alla cerimonia partecipassero i ragazzi delle scuole, come rappresentanti della comunità, che si deve impadronire di questa eredità per esserne custode” sono le parole della direttrice Nadia Canu, che dopo aver ufficialmente preso possesso del suo ruolo nella giornata di ieri, ha spiegato ai ragazzi la storia del Gigante Manneddu.

Tra i relatori Patricia Olivo, Segretario generale del Ministero della Cultura e Monica Stochino, Soprintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, che hanno sottolineato l’importanza dell’attivazione di un sistema di rete territoriale per incardinare i processi virtuosi di valorizzazione del patrimonio che daranno riflessi sulla crescita economica del territorio.

Francesco Muscolino, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, ha ricordato il momento in cui si decise di dare in prestito la scultura di Mont’e Prama, allora custodita al MAN di Cagliari, per la mostra itinerante “Sardegna Isola Megalitica”. Una decisione virtuosa, che ha dato la possibilità di far conoscere ancora di più le statue nel mondo, prima del rientro in terra sarda. Spostamento che non è stato semplice, ma che ha comportato uno studio specifico, al fine di salvaguardare la preziosa statua.

I rappresentati delle classi della scuola secondaria di primo grado hanno presentato le proprie domande e le proprie proposte sullo studio della cultura archeologica e della tradizione sarda a scuola, felici di essere testimoni del rientro di quello che considerano come un nonno, una figura da apprezzare e custodire.

Tra i presenti alla cerimonia, oltre alle autorità civili e militari, anche l’Arcivescovo Metropolita della Diocesi di Oristano S.E. Mons. Roberto Carboni.