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Migliaia di reperti archeologici da catalogare, studiare, ricomporre per risalire a un altro spicchio di storia della Sardegna. È il lavoro iniziato dagli studiosi del Centro di restauro e conservazione della Soprintendenza di Sassari, a Li Punti, con l'apertura delle casse che contengono i frammenti delle sculture di Mont'e Prama.
Le casse sono rimaste chiuse per quasi un decennio, dopo il ritrovamento dei reperti nel 2014, al termine del progetto che aveva consentito la ricostruzione di 44 sculture, oggi esposte tra il Museo civico Giovanni Marongiu di Cabras e quello Archeologico nazionale di Cagliari.
Le casse contengono ancora migliaia di frammenti di storia di Mont'e Prama. Degli oltre 5mila reperti rinvenuti negli scavi degli anni Settanta, ne sono stati assemblati finora meno di duemila. Tutti gli altri erano stati sistemati in 24 grandi casse in attesa della riconsegna e di nuovi fondi per poter proseguire con i lavori di restauro.
Adesso si avvia il primo step del nuovo progetto, che prevede la redazione di un dettagliato inventario di tutti i frammenti conservati nei depositi, finanziato dal Segretariato regionale
del ministero della Cultura.
L'inventario sarà utile sia per il conferimento in uso alla Fondazione Mont'e Prama per programmare le nuove future attività di restauro attraverso cui sarà ampliata l'esposizione al museo di Cabras, che presto conterrà l'intero complesso scultoreo all'interno della nuova ala.