"Lo scempio del cantiere archeologico di Mont'e Prama (degrado totale, scavi allagati e zero custodia)" merita le dimissioni del ministro dei Beni culturali e turismo Franceschini, del sottosegretario Francesca Barracciu e di tutti i responsabili della Regione. Ne è convinto il deputato di Unidos Mauro Pili, reduce da un nuovo blitz nel sito di Mont'e Prama e al museo archeologico di Cabras, in provincia di Oristano. L'accusa è per tutti di "manifesta incapacità e negligenza, per non aver attivato alcuna seria precauzione a tutela della straordinaria campagna di scavi in corso".

"Lasciare incustoditi quegli scavi, luogo simbolo che dovrebbe essere la culla della nuova rinascita della Civiltà nuragica e prenuragica è di una gravità inaudita, un fatto che mai sarebbe successo a Pompei o al Colosseo", sostiene Pili annunciando la presentazione di una interrogazione parlamentare urgente con richiesta di "dimissioni di tutti gli esponenti del Governo coinvolti in questa gravissima negligenza di Stato".

"Lasciare gli scavi di Mont'e Prama senza alcuna protezione e tutela, alla mercé di intemperie e tombaroli, di degrado e abbandono è un fatto di una gravità inaudita proprio per l'imponenza del lavoro che gli archeologi stanno portando avanti in condizioni di assoluta ristrettezza finanziaria e operativa", ha detto ancora il parlamentare sardo ricordando anche che i due giganti di Mont'e Prama riportati alla luce la scorsa estate sono ancora imballati e dimenticati in uno stanzino del museo archeologico di Cabras.