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Il 4 aprile scorso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna ha dato avvio ad un nuovo intervento di scavo archeologico nella necropoli nuragica di Mont’e Prama a Cabras e nella sua estensione punico-romana. La Soprintendenza ha destinato a tale intervento una parte delle risorse disponibili per le attività di tutela del patrimonio archeologico di competenza, pari a 85.000 euro lordi.
Com’è ormai noto anche al più ampio pubblico nazionale ed internazionale, la necropoli di Mont’e Prama è un complesso unico in Sardegna e nel Mediterraneo occidentale ed è costantemente all’attenzione di questo Ministero, il quale programma e conduce sul sito interventi sistematici di ricerca, restauro e valorizzazione.
L’intervento di scavo attualmente in corso è il risultato dell’intenso lavoro di preparazione scientifica e tecnica indirizzato e condiviso dalla Soprintendente Monica Stochino e condotto da un’équipe multidisciplinare di funzionari formata dagli archeologi Alessandro Usai e Maura Vargiu, dall’antropologa Francesca Candilio, dalla restauratrice Georgia Toreno e dall’architetto Elena Romoli che svolge anche la funzione di direttore dei lavori. Gli obiettivi della ricerca sono: Indagine di alcuni gruppi di sepolture nuragiche e punico-romane, comprendente il recupero dei resti scheletrici e degli eventuali oggetti di corredo, gli studi antropologici anche a livello genetico e isotopico e le datazioni radiocarboniche; Estensione dello scavo sistematico a Sud dell’area finora maggiormente indagata.
L’indagine sulle sepolture si è finora concentrata su un gruppo di tombe individuali a pozzetto risalenti alla fase più antica della necropoli nuragica e al momento iniziale della sistemazione monumentale che nel tempo si concretizzò nella definizione della strada funeraria, delle tombe allineate al suo margine orientale e nella creazione del grande complesso scultoreo formato da statue, modelli di nuraghe e betili. L’indagine antropologica è estremamente importante per varie ragioni. Anzitutto per doveroso rispetto verso i protagonisti umani di due stagioni di profonda trasformazione e trapasso culturale: dapprima durante gli ultimi secoli del quasi millenario ciclo della civiltà nuragica, e successivamente nei tempi della formazione del ceppo etnicoculturale dei Sardi di epoca storica, fortemente segnato dall’impronta punica e partecipe di nuove relazioni mediterranee. Inoltre la ricerca antropologica è in grado di recuperare, con l’impiego delle più moderne tecniche analitiche, informazioni scientifiche indispensabili per la ricostruzione sistematica del mondo nel quale si svilupparono i fenomeni culturali indagati, tra i quali la creazione e il successivo destino delle sculture per le quali il sito di Mont’e Prama è maggiormente noto.
L’estensione dello scavo verso Sud intende avviare la ricerca sistematica nel settore che i sondaggi esplorativi eseguiti negli anni precedenti avevano indicato come il più promettente per la quantità, la qualità e lo stato di conservazione dei resti archeologici sepolti.
In attesa dell’acquisizione dei terreni a cura del Comune di Cabras e non appena sono stati disponibili i fondi necessari, la Soprintendenza è intervenuta con l’occupazione temporanea di un settore del terreno di proprietà privata compreso tra l’estremità meridionale della trincea di scavo del 2014 e i primi due saggi del 2016 nei quali furono recuperati i due spettacolari modelli di nuraghe ottalobati già esposti al Museo civico di Cabras.
I risultati sono stati immediati: asportato lo strato superficiale per un’ampiezza di circa 300 metri quadrati e riportati in luce i settori scavati in precedenza, lo strato sottostante ha confermato la prosecuzione verso Sud della necropoli e della strada e, in strettissima connessione con queste, del cumulo dei frammenti di sculture in calcare. Nel primo tratto indagato sono emersi in particolare i torsi ed altri frammenti di due nuove statue, entrambe identificate come “pugilatori del tipo Cavalupo” per il grande scudo flessibile avvolto davanti al tronco, del tutto simili alle due statue recuperate a pochi metri di distanza nel 2014 ed anch’esse esposte nel Museo civico di Cabras.
Mentre i frammenti di piccole e medie dimensioni vengono quotidianamente messi in evidenza, documentati nella giacitura sul terreno e recuperati, i due grossi e pesanti blocchi dei torsi avranno bisogno di tempo perché possano liberati dal sedimento che li avvolge e perché possa essere approntato quanto è necessario per il recupero in sicurezza; infatti non bisogna dimenticare che le sculture, per quanto robuste sono anche molto fragili. Per questa ragione la squadra di direzione dei lavori si è messa subito all’opera per esaminare i reperti e per definire le modalità di recupero, contando sulle preziose esperienze acquisite nei precedenti interventi e sui protocolli tecnici già collaudati con successo.
Il rinvenimento delle nuove sculture, che certamente non resteranno isolate, è un premio per la costanza e una conferma della validità del metodo archeologico di esplorazione progressiva attraverso fasi di sondaggio preliminare e di indagine sistematica, misurate ed eseguite nei modi e nei tempi consentiti dalla disponibilità delle risorse e dalla parallela elaborazione dei progetti per lo scavo, per il restauro, per l’esposizione dei reperti e la valorizzazione del sito: tutte attività che devono procedere in modo coordinato.
Mentre il cantiere in corso durerà per tutta la primavera, è già pronto il progetto per il prossimo intervento di ben maggiore importo (€ 600.000 lordi), che vedrà ancora una volta impegnati la Soprintendenza di Cagliari come ufficio di direzione scientifica e tecnica e il Segretariato Regionale del Ministero della Cultura come stazione appaltante. Inoltre si ricorda che il Segretariato e la Soprintendenza sono in procinto di avviare un intervento ancor più ambizioso (€ 2.800.000) che comprende il restauro, già progettato, delle sculture rinvenute dal 2014 al 2016, che sarà esteso ai nuovi e ai prossimi rinvenimenti.
I nfine la Soprintendenza, in attesa del completamento della nuova ala espositiva del Museo civico che il Comune di Cabras ha in corso, ha già definito il progetto di allestimento secondo criteri espositivi modernissimi e coinvolgenti.
In questo ampio programma di interventi scientifici e tecnici la Fondazione Mont’e Prama, in accordo coni propri fini statutari, si appresta a dare il proprio contributo, prendendo in carico il patrimonio culturale costituito da siti, luoghi della cultura, e dal Museo civico, garantendone la fruizione e la promozione in termini di valorizzazione del patrimonio culturale.