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A quasi tre anni dal disastroso incendio che il 24 luglio 2021 devastò i boschi, i pascoli e le colture del Montiferru, con oltre 12mila ettari divorati dalle fiamme, gli oliveti del territorio tornano a nuova vita grazie a cinque moduli da 285 a 300 piante di olivo per uno, che entro la fine dell'anno saranno rimessi in produzione con le varietà tipiche coltivate in queste aree: dalla Bosana alla Semidana, passando per la Nera di Villacidro.
Continua dunque l'attività dei volontari dell'associazione Montiferru nel rigenerare il territorio e il paesaggio così gravemente ferito. Ed è grazie a una donazione di oltre 32mila euro, giunta dalla Federazione delle associazioni sarde in Italia, dall'associazione Isola Sardegna-Giappone di Tokyo e dall'Unione nazionale Pro Loco d'Italia (Unpli), sezione della Sardegna, che è stato possibile impiantare i primi tre moduli. La novità di tali impianti sta nell'irrigazione a goccia con tubature sotterranee che punta sulla sostenibilità e il buon uso della risorsa idrica anche alla luce della crisi climatica in corso e delle sempre meno eccezionali stagioni siccitose.
"Le azioni di sensibilizzazione, raccolta fondi e rigenerazione del patrimonio olivicolo e boschivo vedono la nostra associazione impegnata costantemente dalla fine di settembre del 2021, quando, come gruppo di cittadini, ci siamo messi assieme per dedicare tempo ed energie al recupero del nostro territorio devastato da un incendio che ha colpito fin nel profondo l'anima delle comunità che lo popolano" ha detto il presidente dell'associazione Montiferru, Pier Paolo Arca. "Il progetto Montiferru nasce da una delle tante mission della Fasi: la solidarietà. Un pilastro che insieme al tema della valorizzazione della cultura, dello sviluppo economico e sociale caratterizzano la nostra associazione: presente nel centro nord della penisola con 68 circoli e circa 30mila iscritti", ha sottolineato Bastianino Mossa della Fasi.