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Anche Quartu Sant’Elena si prepara per aprire le porte della cultura e dei suoi beni storico-archeologici grazie a Monumenti Aperti. 26 i siti proposti quest’anno, 5 in più dell’anno scorso, con 3 novità sinora mai incluse nel circuito della manifestazione: Casa Denotti - Falqui, il complesso monumentale dedicato a Luigi Olla, e il sistema fortificato dei fortini del Simbirizzi.
Diversi inoltre gli eventi di accompagnamento organizzati nelle piazze e nei siti aperti: si parte dal ‘Festival del dialogo filosofico’ al racconto in lingua italiana, sarda, francese e inglese dello sbarco, nel 1793, dei soldati francesi sul litorale, dalla mostra storico- fotografica e documentaria della Fondazione Asilo G.B. Dessì ai vari concerti degli istituti musicali, della Scuola civica di musica e della banda Città di Quartu, dai balli ai laboratori di pane e pasta, dalle escursioni nel parco alle presentazioni dei libri.
“Monumenti Aperti è un’idea bella e vincente, ma soprattutto fruttuosa per la crescita formativa e culturale della comunità – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali Lucia Baire -. La manifestazione è maturata negli anni, grazie anche all’esperienza accumulata, e sa regalare sempre più emozioni, quelle che nascono proprio dalla possibilità di apprezzare i valori e i tesori che viviamo giornalmente ma che spesso la quotidianità riesce a nasconderci. Riscoprendo le nostre radici guardiamo con più fiducia al futuro. Anche per questo ogni anno l’offerta si rinnova, e nuovi beni culturali vengono aperti, mostrati, raccontati”.
“Rinnoviamo con grande piacere la lunga collaborazione con Imago Mundi per Monumenti Aperti, sempre più convinti dell’importanza strategica che essa ricopre per la crescita dell’interesse e della partecipazione intorno ai temi storico-archeologico-culturali – ha aggiunto il Sindaco Stefano Delunas -. Tutti i contributi utili ad evitare la perdita del senso della memoria, delle radici, di una storia che è individuale e insieme collettiva sono infatti proficui. Solo attraverso la giusta comprensione del passato infatti si può costruire un futuro migliore, perché le radici non vanno mai recise. Proiettarsi verso il futuro significa infatti innanzitutto avere un’approfondita conoscenza delle origini, e quindi dei meccanismi emozionali e culturali che hanno plasmato la nostra società. E che determinano oggi le nostre azioni quotidiane, spesso istintive, ma capaci di condizionare il presente e determinare il futuro”.
“Portiamo avanti un processo di promozione e valorizzazione dei beni culturali su scala sempre più ampia. I giovani diventano esempio di cittadinanza attiva, depositari di conoscenza del nostro patrimonio ma soprattutto capaci di innescare meccanismi rivolti verso il futuro – ha rimarcato il Vicepresidente di Imago Mundi Onlus Massimiliano Messina -. È sempre più difficile portare delle novità dopo 23 anni di vita della manifestazione, ma ogni anno ci sforziamo di farlo, perché ogni anno tantissimi cittadini vanno alla riscoperta del proprio patrimonio”.
“Monumenti aperti è ormai un rito collettivo e un momento di conoscenza e di trasmissione così importante che deve essere riconosciuto non più come una semplice manifestazione, ma piuttosto come una sorta di ‘istituzione mobile’, perché mette in rete così tanti Comuni e così tante Amministrazioni di entità differente che a suo modo è diventato un punto di riferimento fondamentale per il sapere e anche per la vita – queste le parole della Soprintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna Maura Picciau -. È un modo di aderire attivo e impegnativo preceduto da molto lavoro, che permette agli studenti di capire cosa vuol dire essere cittadini. Ed è un gran risultato perché mi piace ricordare che i padri costituenti hanno inserito la tutela dei beni culturali tra i doveri fondamentali della Nazione”.