“Morte di un commesso viaggiatore” al Teatro Massimo

 

di Arthur Miller

traduzione di Masolino d'Amico

regia di Elio De Capitani

scene e costumi Carlo Sala

con Elio De Capitani [Willy Loman], Cristina Crippa [Linda Loman], Angelo Di Genio[Biff Loman], Marco Bonadei [Happy Loman], Federico Vanni [Charley], Andrea Germani [Bernard], Gabriele Calindri [Ben], Alice Redini[La Donna/Letta], Vincenzo Zampa [Howard Wagner/Stanley], Marta Pizzigallo [Miss Forsythe/Jenny]

luci di Michele Ceglia
suono di Giuseppe Marzoli

produzione Teatro dell'Elfo con il contributo di Fondazione Cariplo

 

Chiacchierando del più e del meno con Elio De Capitani, regista nonché protagonista di Morte di un commesso viaggiatore in scena al Teatro Massimo fino al 26 aprile, mi diceva che ogniqualvolta gli capita di mettere piede in Sardegna per una tournée c'è qualche cataclisma naturale in corso. Stavolta, ringraziando il cielo, nell'isola pare sia tutto più o meno nella norma dal punto di vista climatico. Ci sarebbero magari i consueti disastri politici ed economici ma quelli sono atavici, quindi non dovrebbero turbare la serenità della Compagnia.

I protagonisti di questo evento in cartellone a Cagliari sono ormai da qualche anno una squadra vincente. E come si dice negli ambienti del football, squadra che vince non si cambia. Sacrilegio! Scrivere di teatro prendendo a prestito espressioni del gergo sportivo! Eppure stavolta il vernacolo calcistico risulta molto appropriato: il cast del Commesso viaggiatore è composto in buona parte da giovani attori che hanno preso parte a The History Boys, uno degli spettacoli più trionfali degli ultimi anni.

Il successo, diceva Chaplin, rende simpatici. In questo caso, l'enorme consenso ricevuto ha corroborato il talento di questi ragazzi. Lo hanno vissuto come una sfida personale: dimostrare a se stessi, prima ancora che agli altri, che stanno intraprendendo un cammino di crescita artistica più che ragguardevole. Elio De Capitani poi ha contribuito, e contribuisce tuttora, a favorire il loro percorso di maturazione recitativa.

Il vasto seguito di pubblico che sempre accompagna le produzioni del regista milanese suscita, verosimilmente, le piccole e grandi invidie dei suoi colleghi. Costoro dovranno pur prenderne atto una buona volta: gli spettatori arrivano a fiotti a vedere i suoi lavori perché sanno, come diceva un vecchio spot, che De Capitani “vuol dire fiducia”.

Perché riproporre Morte di un commesso viaggiatore a distanza di oltre sessant’anni dalla prima? Che domande! William Loman c’est moi, direbbe Flaubert. Qu