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Per circa tre settimane gli appelli disperati del figlio avevano fatto il giro dei social, trovando pronta la risposta della popolazione isolana: la notizia della scomparsa di Giannardo Acca da Fertilia (Alghero) si era sparsa a macchia d'olio. Poi il triste epilogo: nel pomeriggio dell'8 novembre il 59enne è stato trovato senza vita a bordo della sua auto. Era uscito di strada lungo la quattro corsie che collega Sassari con Alghero.
Un dolore immenso per il figlio Samuele e tutta la sua famiglia, le cui speranze sono state stroncate dalla tragica notizia. Proprio Samuele Acca ha voluto condividere sui social un commovente ricordo del padre, celebrandone la memoria a pochi giorni dalla scomparsa.
"Scrivo queste due righe non sapendo se avrò il tempo e soprattutto il coraggio di pronunciare queste parole nel giorno del funerale di mio Padre - si legge in un post condiviso sui social da Samuele -. Vorrei parlare di mio Padre, parlare non ricordare, perché a parer mio si ricordano solo persone e cose che, anche solo per una piccola frazione di secondo, si ha il timore di dimenticare. Giannardo, Gianni, Giovanni, Leonardo, Papà, io personalmente ci ho messo anni prima di capire quale fosse il nome completo di mio Padre. Ho scelto poi, e di questo non ne è mai stato troppo entusiasta, di chiamarlo Giannardo, un nome dal suono per me unico, un po’ come lui."
"Ho sempre pensato che siamo la somma ed il prodotto delle persone che incrociamo nella nostra vita - scrive ancora -. Che sia per un secondo, un mese, un anno o una vita intera, veniamo e siamo definiti dagli incontri che facciamo lungo quel tortuoso ma bellissimo cammino che si chiama vita. Ed in questo cammino mio Padre, oltre che l’imminente calvizie della quale avrei fatto allegramente a meno, mi ha dato tanto, anzi, oserei dire tutto e anche di più. In questo senso io non sono, ma allo stesso tempo sono, mio Padre".
"Il giorno dopo aver ricevuto la notizia mi sono messo in viaggio facendo tappa a Milano Malpensa - ricorda -. La via verso l’aereo comprendeva una discesa di qualche rampa di scale senza la possibilità di usufruire di un ascensore. Alle mie spalle si trovava una mamma che viaggiava con il figlio, passeggino e valige a carico. Prima di fare il passo verso il primo scalino mi sono fermato, pietrificato, pensando a cosa avrebbe fatto mio Padre, indipendentemente dal contesto e dalla bolla all’interno dei quali si sarebbe potuto trovare. Mi sono girato verso la Mamma, ho sorriso come avrebbe fatto lui, ho caricato il passeggino sulle spalle ed ho fatto tutti i gradini, una lacrima alla volta".
"Padre, Marito, Fratello, Cugino, Padrino, Zio, Suocero, Genero, Compare, Amico, Collega, Allenatore, Compagno di Mare e di mille altre avventure, se mio Padre è entrato nelle vostre vite, direttamente o indirettamente, che sia anche solo per un attimo o poco più, l’unica cosa che mi sento di dirvi e di portare ciò che vi ha trasmesso sempre con voi, e di custodirlo in uno spazietto nel cassetto del vostro cuore. Io lo farò perché anche se non sono mio Padre, lo sono e lo sarò per sempre", continua.
"Chi lascia questa terra non scompare, prende semplicemente il più alto degli ascensori e si accomoda li, in prima fila tra le stelle. E semmai ne avrete bisogno - conclude -, sappiate che la stella di Papà sarà sempre lì, e sarà quella sulla quale potrete sempre contare, quella che non vi abbandonerà mai".