L'angelo Sofia è tornato a Dio. Don Giovanni Abis alza le braccia al cielo e la chiesa di Santa Barbara, gremita, trasuda commozione.

Almeno un migliaio di persone si sono strette nel pomeriggio di ieri attorno ai genitori della piccola Sofia, la mamma Valentina e il papà Alessio, nel giorno dell'addio. Un paese in lutto, Sinnai, per volere del sindaco e dell'intera comunità.

Troppo grande il dolore per la scomparsa di una bimba di meno di due anni a cui tutti volevano bene, morta schiacciata da un pallet di imballaggi all'interno dell'ingrosso Metro, nella zona industriale di Elmas. Un'assemblea silenziosa, l'ha definita il parroco, dentro e fuori la chiesa, in una piazza altrettanto affollata.

"Si dice che quando muore un bambino, l'eucarestia che siamo invitati a celebrare è una messa degli angeli - ha detto don Giovanni durante l'omelia - perché siamo convinti che un bambino che muore è un angelo che torna a Dio. Ed è vero". Ma oggi, ha sottolineato il sacerdote, è più difficile accettare questo fatto, "perché è cosa rara che un bimbo muoia dove non ci sono le guerre".

Il parroco ha cercato le parole più efficaci per dare conforto alla famiglia: "Perdere la prima figlia, una ricchezza tale che non ha mai conosciuto il peccato, è tragico, smonta chi subisce la perdita". Però, ha aggiunto, "mi sento di dire che vostra figlia è entrata nella vita di Dio che oggi, in qualche modo, piange con i genitori e la famiglia".

La celebrazione è durata un'ora esatta: il silenzio e il rumore del pianto sono stati rotti dagli applausi della piazza quando la piccola bara bianca con il corpo di Sofia è stata trasportata fuori dalla chiesa. Poi una lunghissima processione ha accompagnato il feretro in cimitero, attraverso le strade di un paese chiuso in dolore collettivo.