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Una vergogna inaudita. Così più associazioni (Sardegna Sotterranea, Ambiente Sardegna e Gcc), commentano la scelta di murare le cavità sotterranee a Cagliari.
“Nel capoluogo sardo c’è chi chiude la cultura a chiave o decide di murarla anziché valorizzarla” aggiungono i referenti delle associazioni culturali e ambientali.
Il riferimento non solo è legato “alla cava della frana di piazza d’Armi che in parte verrà tombata”, ma è indirizzato “alle cave sotterranee de S’Avanzada, che sotto il Castello di Cagliari, sono tra le più grandi cavità artificiali urbane della Sardegna”.
“Al suo interno - commenta Polastri, alla guida della delegazione regionale Guide Turistiche Italiane - la monumentale cavità creata più di 2000 anni fa, potrebbe conservare diverse cattedrali, tanto è alta ed estesa; il cui fondo è occupato da un grandissimo lago di anche limpida color smeraldo. Spettacolare”.
“Ancora ieri - affermano Nicola Di Mille e Bruno Casanova del Gruppo Speleologico GCC - queste caverne erano liberamene accessibili da un varco sulla strada, a due passi da via Badas e dal Largo Giuseppe Dessì di fronte alla ex a Scuola all’aperto Mereu”.
Oggi l’ennesima muratura praticata da mani anonime, ha chiuso il passaggio d’accesso al sotterraneo: “ha vinto la cultura del chiudere, del murare e del nascondere, del darla vinta agli sbandati che portano rifiuti sottoterra, è la resa della cultura?” Se lo domandano speleologi e guide turistiche.
“A scandalizzare non è tanto il fatto che sia stata murata l’ennesima caverna storica che a Cagliari offrirebbe una location turistica, una nuova attrattiva magari per croceristi - rincara Polastri - bensì è il fatto che tale operazione di imperio, arrivi quando si é saputo, grazie al reportage del team Sardegna Sotterranea, dell’esistenza di una bomba batteriologica sotto la città, nelle stesse e immense caverne sotto la Cittadella dei Musei, che abbondano di rifiuti”.
Insomma, anziché aprirli al pubblico, questi beni identitari e valorizzarli, si decide di murarli consapevoli che quintali di immondizia abbondano al loro interno.
LA STORIA. Quelle de S’Avanzada, a due passi dal Giardino Pubblico del Terrapieno, sono cave vecchie di millenni nelle quali è stato scoperto anche un lago sotterraneo. Tuttavia, nelle sale d’accesso alla grotta, gli speleologi hanno trovato di tutto: diverse centinaia di bottiglie piene di urina o di altri liquidi con chissà quali sostanze tossiche.
“Spesso, a nostro rischio personale amiamo accedere per studiare e divulgare questo patrimonio celato - afferma Diego Scano della web community Sardegna Sotterranea - chiediamo che in tal senso si faccia chiarezza. Come mai è stata murata una caverna senza prima ripulirla, confinando sottoterra quintali di spazzatura? Non sarebbe più sensato ripulire e mettere un cancello regolamentando un uso turistico?”.
Laghi e sale immense sconosciute ai più continueranno a riposare sotto la città che dorme, dove tutto scorre tranquillo, e dove riposeranno chissà per quanto o forse per sempre, quintali di rifiuti al posto di visitatori curiosi. Bravo chi amministra così la cultura murata”.
VIDEO: https://youtu.be/rdQD5pEw490