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Il suo operato non è certo passato inosservato, il suo assessorato (difficile da gestire, in una città come Cagliari), ha raggiunto risultati apprezzabili, tanto c’è da fare e ancor di più ce ne sarà in futuro.
Il passaggio di testimone è giunto in serata, il neo assessore Roberto Manca, nominato dal primo cittadino: Ferdinando Secchi lascia così la poltrona di via Roma, tracciando però un bilancio positivo del suo mandato amministrativo a palazzo Bacaredda: “Ieri le ultime firme su diversi atti poi l’ufficialità, in serata, della revoca del mio mandato – scrive Secchi - quello che mi sento di dire a mente fredda è questo, ossia aver svolto per due anni un lavoro al servizio della mia città mi rende orgoglioso, averli vissuti intensamente ogni singolo giorno con impegno e dedizione mi ha gratificato, aver ottenuto la fondamentale collaborazione di un intero servizio composto da grandi lavoratori dediti quotidianamente e sempre in emergenza a cercare di venire incontro alle esigenze dei cittadini più fragili mi ha arricchito tanto, aver conosciuto persone ed associazioni che ogni giorno vivono per il loro prossimo mi ha reso un uomo migliore”.
Emergenza povertà, assistenzialismo verso i più deboli, terza età e disagi sociali. Temi sui quali Ferdinando Secchi non ha voltato lo sguardo altrove, come testimoniano tanti cittadini che con umiltà non negano di aver ricevuto aiuto concreto dal Comune, soprattutto dai cosiddetti “ultimi”, che vivono spesso in solitudine diversi drammi esistenziali: “Ho dato molto e da questa esperienza ho avuto tantissimo – aggiunge l’ex assessore Nando Secchi - ho affrontato con onestà e tenacia un duro lavoro occupandomi di temi scottanti rinviati da decenni perché troppo delicati, mettendomi di conseguenza in discussione e cercando di arrecare meno problemi possibile ai cittadini. Essere sempre stato in stato di emergenza con normative nazionali e regionali in continua mutazione non ha agevolato il lavoro, le continue interferenze e i tentativi di ingerenze di alcuni consiglieri comunali arroganti (alcune arrivate solo dopo due mesi dalla mia nomina) non mi hanno fatto perdere la linea intransigente della legalità. Vado via per vecchie logiche politiche che non mi appartengono.
Il rammarico per non poter raccogliere i frutti della copiosa semina è però attenuato dalla consapevolezza che essa lascia comunque un patrimonio di testimonianza e di solidarietà verso i più deboli. Mi hanno tolto la delega di Assessore ma ho la coscienza serena per aver fatto il mio dovere con trasparenza, onestà, dedizione e rettitudine dal primo all’ultimo giorno del mio incarico. Ben lo sanno i cittadini fruitori e i collaboratori di un servizio cresciuto ed apprezzato giorno dopo giorno: e questo basta e conforta.
Grazie per le tantissime attestazioni di stima arrivate, mi hanno profondamente gratificato”.