Nella mattina di ieri, mercoledì 26 aprile, gli studenti della scuola secondaria di 1° grado dei plessi di Narcao e Perdaxius (SU), hanno avuto modo di confrontarsi su un tema delicato che li coinvolge molto più di quanto possiamo pensare: il cyberbullismo. Una pericolosa forma di bullismo in rete che può portare gravi conseguenze per la salute fisica e mentale di chi ne è vittima.

Il bullismo, come tutti sappiamo, esiste da sempre. Le sopraffazioni e i comportamenti vessatori nei confronti dei più deboli e indifesi hanno origini remote, ma la nascita del bullismo online (o cyberbullismo) è  legata allo sviluppo di internet e delle tecnologie digitali. Le nuove generazioni ‘sempre connesse’, sono talmente  attratte dalla rete da sviluppare una sorta di dipendenza che li espone a  rischi sempre maggiori e pericolosi: molestie di ogni genere e azioni intimidatorie, spesso anonime, ma sempre devastanti per qualunque adolescente fragile e confuso.

Il cyberbullismo è un fenomeno che si manifesta in prevalenza nell’ambiente scolastico e la responsabilità di una soluzione adeguata, ricade non solo sui genitori, ma anche sugli insegnanti. Pertanto, da diversi anni la scuola, attraverso direttive e strategie di intervento, cerca di prevenire e contrastare l’emergenza, a volte sottovalutata.

La sede centrale dell’Istituto Comprensivo di Narcao ha ospitato il seminario “I rischi della rete” dedicato alla prevenzione di questa forma di violenza e prevaricazione virtuale. Studenti, docenti, personale scolastico e genitori hanno ascoltato, partecipi, gli interventi della Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo di Narcao: la Dott.ssa Teresa Florio; del referente bullismo e cyberbullismo: il docente Davide Tocco; del Commissario Daniele Bracco Polizia postale Cagliari e del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Narcao: Alberto Palmacci.

“Quando ci si rende colpevoli di reati gravi come il bullismo e il cyberbullismo, chiedere scusa non serve più” dichiara la dottoressa Florio, dopo aver ringraziato i presenti e aver introdotto il tema del seminario. “È necessario essere consapevoli delle proprie azioni - continua - ed è fondamentale che le vittime di queste prepotenze chiedano aiuto. Oggi in Italia esiste una legge che tutela chiunque diventi bersaglio dei bulli e dei cyber-bulli, non dovete sentirvi mai soli”.

La dirigente ricorda agli alunni la prima legge contro questo tipo di violenza (71/17) dedicata a Carolina Picchio, una quattordicenne che, nel gennaio del 2013, si è tolta la vita a causa di un video diffuso in rete in cui veniva molestata da alcuni coetanei: “Era poco più grande di voi, aveva appena finito la terza media - conclude e passa la parola a Professor Tocco.

“La scuola ha l’importante compito, insieme ai genitori, di fare in modo che i ragazzi possano acquisire consapevolezza e responsabilità, in un clima scolastico che favorisca un sereno processo di crescita e apprendimento. Questo seminario nasce dall’esigenza di promuovere progetti educativi e formativi rivolti a ragazzi, personale scolastico, professori e genitori, al fine di creare un fronte comune contro il bullismo, il cyberbullismo e ogni forma di violenza - spiega il docente - seminari come questo, meritano un approfondimento più continuativo in tutte le scuole, soprattutto per comprendere meglio i nostri ragazzi e riuscire ad aiutarli in modo più incisivo”.

Il luogotenente Palmacci sospende, per un attimo, il tema principale del seminario e tocca altri argomenti altrettanto importanti. Raccomanda agli studenti di non sottovalutare mai le conseguenze dell’uso di sostanze stupefacenti e alcool. Li mette in guardia, inoltre, dall’uso ingiustificato e nocivo delle sigarette.

“Avete un età in cui la percezione del futuro non è abbastanza chiara. Siete molto giovani, ma non dovete mai sottovalutare il fatto che, fare uso di droga o di alcool fa sempre male e, in adolescenza può provocare danni irreversibili e rovinarvi la vita - afferma rivolgendosi alla platea gremita di studenti - Bere alcool o fumare le sigarette non vi rende certo più ‘fighi’ - aggiunge, usando un termine tipico del linguaggio giovanile per coinvolgerli di più - voglio farvi capire che qualunque problema voi abbiate dovete rivolgervi, prima di tutto ai vostri genitori, poi alla scuola e,  non dovete mai avere timore di chiedere la protezione dei Carabinieri o dei Poliziotti. Noi ci siamo sempre, anche quando il disagio vi sembra banale, se vi fa stare male non lo è affatto. Parlatene con noi, con un amico o con chiunque desiderate, ma dovete avere la consapevolezza di poter essere compresi e aiutati”.

“In Sardegna abbiamo il Centro Operativo per la sicurezza Cibernetica  Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cagliari  con  le dipendenti sezioni Operative di Sassari, Nuoro e Oristano. Ogni giorno un considerevole  numero di operatori si mette in moto per monitorare il web, lo facciamo soprattutto  per il cyberterrorismo e  la pedopornografia - spiega il Commissario Bracco - agiamo naturalmente sotto copertura - rivela stimolando la curiosità dei ragazzi - ci capita spesso per vigilare su alcuni scatenati Rave party, per esempio”.

Con l’aiuto di alcune slide chiarisce che tutte le prepotenze in rete sono perseguibili legalmente e, continua il suo intervento fornendo una serie di informazioni molto utili per un uso consapevole del web, spesso utilizzato senza avere la minima idea dei rischi che si possono correre quando si è connessi: “Ogni selfie postato, ogni foto caricata verrà duplicata ancora e, poi ancora, tutte le volte che andremo a fare clic su ‘condividi’. Cadere nelle trappole del web, vittime di prepotenze e sopraffazioni di ogni genere è molto facile - ribadisce e conclude con un invito a tutti gli studenti - denunciate, non rimanete in silenzio…mai!”