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Nasce l'Agenzia sarda delle entrate (Ase), ma almeno in un primo tempo non potrà riscuotere gli introiti da tributi devoluti, compartecipati, regionali o derivati, come Irpef, Irap o Iva.
Potrà però incassarli una volta trasferiti dallo Stato, fungendo così da "salvadanaio" per la Regione. Via libera, invece, alla riscossione accentrata delle entrate proprie: 5 milioni di euro all'anno tra tasse di concessione per la caccia, pesticidi, aziende agrituristiche, discarica rifiuti e diritto allo studio. Lo prevedono i primi articoli della legge che istituisce la nuova Agenzia all'esame del Consiglio regionale.
Dovrà essere la Regione a promuovere con lo Stato le iniziative per ottenere la piena titolarità dell'accertamento e della riscossione dei tributi erariali, stipulando convenzioni e protocolli con l'amministrazione finanziaria anche per garantire il controllo di tutti i flussi, e collaborando per individuare i settori a maggior rischio di evasione. Sempre in base a specifici accordi con lo Stato, l'Agenzia fornirà supporto ai Comuni e potrebbe subentrare al concessionario, in caso di cessazione della convenzione, per tutte le attività di recupero bonario e per gli adempimenti funzionali e connessi alla riscossione coattiva dei crediti regionali, nonché la gestione del relativo contenzioso.
L'Ase, la cui sede sarà definita con lo statuto nonostante le polemiche sollevate dall'opposizione, sovrintenderà allo sviluppo della politica regionale delle entrate, alla gestione dei rapporti con l'amministrazione finanziaria, al coordinamento e controllo della riscossione delle amministrazioni del sistema Regione, al supporto alla finanza locale e all'osservatorio sulla finanza e della fiscalità regionale e locale. La nuova Agenzia ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotata di autonomia finanziaria, organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e gestionale.