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Ha cercato di introdurre della droga nel carcere di Uta approfittando del momenti di incontro coi familiari nella sala colloqui.
Nei guai è finita la mamma di un detenuto, una 46enne, C.S., a cui doveva consegnare lo stupefacente, che però non è passata inosservata agli agenti del Reparto del Distaccamento Regionale Cinofili Antidroga della Polizia penitenziaria di stanza a Nuoro.
In particolare, ieri, 12 novembre, è stato il cane “Jesson”, esemplare di Pastore Belga Malinois, a segnalare in maniera evidente la signora che nelle parti intime aveva nascosto un ovulo termosaldato, contenente circa dieci dosi di marijuana.
Il magistrato di turno, informato dell’accaduto, ha dunque disposto il fermo della donna, il sequestro dello stupefacente e la perquisizione domiciliare.
I Cinofili, giunti a casa della donna unitamente al Comandante e gli uomini del Reparto dell’Istituto penitenziario di Uta Cagliari, hanno rinvenuto, grazie all'aiuto di Jedro, esemplare di Rottweiler, un centinaio di dosi tra marijuana, hashish e subotex.
Inoltre è stato recuperato e sequestrato, oltre alla droga, anche un bilancino di precisione.
La 46enne è stata denunciata.
“La polizia penitenziaria non abbassa la guardia e nonostante poche unità riesce a garantite degli ottimi risultati”, ha detto il Segretario Generale Aggiunto Giovanni Villa.
“Il lavoro di prevenzione, controllo e contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti all’interno degli istituti penitenziari sta dando i suoi frutti – ha continuato Villa -. Molto è il lavoro da fare ancora, per questo sollecitiamo per l’ennesima volta l’amministrazione penitenziaria ad incrementare il nostro distaccamento cinofili antidroga, ci vogliono almeno altre sei unità. L’incremento – spiega il Segretario Generale Aggiunto - significherebbe avere più risultati ma soprattutto per avere istituti penitenziari più sani e meno problematici. I nostri complimenti - ha concluso Villa - vanno a tutti coloro i quali hanno partecipato all’operazione. Alla mamma con 110 dosi di droga diciamo che così non aiuta la polizia penitenziaria che sta cercando di lavorare per reinserire suo figlio nella società”.