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Un Natale con temperature quasi primaverili diviso fra le tradizionali celebrazioni religiose che si sono svolte in tutti i paesi dove nemmeno la giornata festiva ha fatto dimenticare, però, la crisi e la lotta per il lavoro per tante aziende in difficoltà o chiuse.
Feste dunque all'insegna di temperature miti che hanno anche sfiorato nel sud i venti gradi. La pioggia che si attendeva ancora non è arrivata: in Sardegna, infatti, da alcuni mesi l'emergenza siccità stringe in una morsa soprattutto il nord, con l'ipotesi a breve di restrizioni idriche.
Nell'Isola la disoccupazione supera il 16,7%, mentre quella giovanile è quasi il triplo, e così fede, preoccupazione e speranza si mescolano.
Nel Nord, a Porto Torres, chi pensava di essere coinvolto positivamente nella rivoluzione della Chimica verde, un'oasi in un contesto di desertificazione industriale, vede il terreno franare: Matrìca, progetto di creazione di bio plastiche che prevedeva 300 assunzioni grazie a un investimento di 500 milioni di euro, non decolla perché Eni potrebbe tirarsi indietro.
Nel centro dell'Isola, nella zona industriale di Ottana, si vivono le ansie per un lavoro che senza energia è legato alla precarietà e anzi potrebbe interrompersi se cesserà il "regime di essenzialità dell'energia", possibilità scongiurata, almeno negli impegni, nell'incontro che si è svolto a Roma alcuni giorni fa con il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. Operai in presidio, quindi, per scongiurare la fermata degli impianti di Ottana Energia già dal 31 dicembre.
Mentre nel sud Natale di lotta anche per gli operai Alcoa, con una tenda-presidio da tre anni davanti allo stabilimento di Portovesme, e in attesa di un nuovo acquirente che consenta il riavvio della produzione; così come sperano in una ripartenza dell'attività i lavoratori dell'Eurallumina, nella stessa area industriale.
Giornata di "festa e protesta", quindi, ma all'insegna della solidarietà.