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Il comitato "Nonucle-Noscorie" è "pronto a tutto" per evitare le il deposito nazionale unico di scorie nucleari possa essere situato in Sardegna.
Da sempre in prima linea in questa battaglia sin dal referendum consultivo del 2011 nei quali oltre il 97% dei votanti (quasi il 60% dei sardi) si espresse contro "l'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti", ora il comitato ritorna alla carica dopo il decreto legge 181 del dicembre 2023 che, secondo gli attivisti (ma il caso è già stato sollevato a livello politico), apre la strada all'autocandidatura di servitù militari per ospitare il deposito.
Per la Sardegna, dove insistono grandi poligoni militari, "è una nuova spada di Damocle - tuona il comitato in una nota - Siamo pronti a tutto. I sardi hanno detto no, sono andati alle urne per dirlo in modo più chiaro e forte, e non permetteranno che il loro territorio sia compromesso, per sempre, dalle scorie delle vostre scellerate scelte radioattive come non permetterà di essere assaltati dagli speculatori dell'energia eolica e solare ai quali avete aperto le porte della nostra terra".
Nel frattempo la Regione Sardegna aveva annunciato, con il suo governatore uscente Christian Solinas, un ricorso contro la pubblicazione dell'elenco dei siti idonei da parte di Sogin per il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, in cui la Sardegna è presente con 8 siti divisi su 14 Comuni.