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«Svegliati gli antenati, presi per mano i bambini, una Nazione si è messa in cammino». Il giorno dopo la manifestazione di Capo Frasca, Pierfranco Devias, affida a Facebook parole e poesia.
Ora si pensa al prossimo appuntamento: il 23 settembre davanti al Tribunale di Lanusei, per il processo dei veleni di Quirra. Il fronte nemico osserva e si prepara a rilanciare. La fine ufficiale della tregua è il 21 settembre: dal giorno dopo si dovrebbe ricominciare a sparare nei poligoni dell'Isola.
È molto probabile - questa settimana - l'arrivo a Cagliari del ministro della Difesa Pinotti o del sottosegretario con delega alle servitù militari Domenico Rossi (nei giorni scorsi è stata prima ventilata poi rinviata), con un' offerta di pace alla Regione. Si fa per dire. A Roma ci stanno lavorando: faranno qualche concessione subito, magari proprio sull'allungamento del periodo di pausa dalle esercitazioni militari chiesto dal presidente Pigliaru.
GLI INDIPENDENTISTI A Manca pro S'Indipendentzia, Sardigna Natzione, Gettiamo Le Basi, Su Giassu, Su Sentidu, che hanno organizzato il raduno di sabato pomeriggio davanti al poligono tra Marceddì e Sant'Antonio di Santadi - 1400 ettari, 25 chilometri di costa, un'immensa area a mare interdetta alla navigazione - sono soddisfatti. Grande partecipazione, loro dicono dodicimila anime, e al netto di piccole frange esagitate e delle polemiche per l'arrivo di politici non graditi e abbondantemente fischiati, una nuova pagina è stata scritta. Il sentimento anti-occupazione e l'indignazione per il giogo e la violenza sono (ri)montati parecchio, grazie anche alla campagna sostenuta da L'Unione Sarda.
PROSSIMO APPUNTAMENTO È stata un'estate impegnativa, e si continua, passo dopo passo, inseguendo l'obiettivo della liberazione. Dopo il sit-in per la Palestina a luglio a Decimomannu e dopo Capo Frasca, il movimento sarà il 23 settembre a Lanusei. La Rete “Pesa Sardigna”, che raccoglie diverse sigle di associazioni, comitati, partiti e liberi cittadini illustrerà questa mattina, nella sede della Carovana della pace di via Ogliastra a Cagliari, «le motivazioni politiche e i dettagli della mobilitazione in occasione della prima udienza del processo per disastro ambientale ai generali che hanno diretto il Poligono Interforze del salto di Quirra».
L'APPELLO Il tam-tam è già partito, e sull'onda del successo registrato avant'ieri si prevede un altro importante risultato. La Rete «chiama i sardi a dichiararsi contrari all'utilizzo della Sardegna per scopi militari e industriali-bellici, estranei agli interessi del popolo sardo. Una destinazione d'uso ancora meno accettabile in virtù delle esercitazioni finalizzate al business della guerra che si svolgono nella nostra terra. Una posizione che oggi è ancora più forte alla luce dei massacri di civili innocenti di cui siamo testimoni». Aveva anche auspicato che la Regione si costituisse parte civile e l'invito è stato raccolto.
LA REGIONE Il 12 settembre la Giunta ha approvato una delibera «che stabilisce la resistenza in giudizio nell'udienza dipartimentale prevista per il 23 settembre». Il presidente Francesco Pigliaru ha sottolineato che «si tratta di un'azione dovuta, perché la Regione ha il dovere di garantire e vigilare sulla tutela della salute e dell'ambiente, diritti sanciti dalla Carta Costituzionale e almeno di pari livello rispetto a quelli della Difesa nazionale». Insomma, su questo punto c'è piena sintonia. Per il resto, gli indipendentisti chiedono lo smantellamento immediato di Capo Frasca, Capo Teulada, Quirra, senza vie di mezzo, e la cancellazione del calendario delle esercitazioni, che prevede la ripresa di bombardamenti e spari per la settimana prossima.
LE RICHIESTE In una nota indirizzata al Consiglio di ministri, il presidente Pigliaru ha ribadito «la necessità dell'interruzione di tutte le esercitazioni militari per l&