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Questa è una storia che deve essere raccontata. Una storia che come tante altre nasce da un post pubblicato su un social network che poi diventa virale.
Ancora una volta al centro della cronaca c'è la rabbia e la delusione di quei piccoli imprenditori che devono fare i conti con la crisi economica che ogni giorno ci consegna un quadro drammatico sulle condizioni lavorative di milioni di persone.
“Noi non ci ammazziamo” si legge sul cartello che tengono in mano Gabriella Addis, 27 anni, titolare del ristorante - pizzeria “CiRitorno Pizza Sfizi e Capricci” di via Rossini, a Nuoro, e la sua mamma.
Qualche giorno fa hanno ricevuto una bolletta dell’energia elettrica dell'importo di 10.148 euro che ha scatenato la polemica.
Lo sfogo della giovane titolare su Facebook arriva per spiegare chiaramente “ai malcapitati che si sono ritrovati al buio durante una cena nel nostro locale, che noi la luce la paghiamo”.
Gabriella Addis racconta che “purtroppo a settembre di quest'anno ci è arrivato un conguaglio di lettura effettiva da parte della nostra società di fornitura dell'energia elettrica di ben quattro anni di letture stimate, con una fattura che ammonta a € 10148,00, da pagare secondo loro in sette rate mensili”.
“Ci sembra inutile raccontarvi – continua Gabriella - di quanto sia vergognoso che pretendano in sette mesi i soldi di 4 anni (dovuti solo ed esclusivamente per colpa loro non nostra!), ma vogliamo dirvi che nessuno sembra abbia il potere di intervenire per tutelarci. La nostra società ha intentato una causa contro la società di fornitura, abbiamo lavorato per 15 giorni con una riduzione di potenza al 15% con kw inferiori a quelli di un'abitazione privata, facendo i salti mortali per riuscire a lavorare almeno nell'attesissimo mese di dicembre. Oggi la società ci ha staccato la luce, funzioniamo solo perché siamo una squadra piena di risorse e siamo allacciati nella nostra abitazione privata”.
Il post si conclude facendo ulteriore chiarezza: “Vogliamo comunicare pubblicamente che noi rimarremo aperti comunque vada, a costo di organizzare cenette romantiche a lume di candela! Noi non chiediamo un prestito per pagare la luce, la pagheremo come potremo e come e quando il giudice deciderà, perché è ora di dire basta alla dittatura di questi nuovi "monopòli". Per voi, per noi e per i nostri dipendenti e le loro famiglie: #NOInonCIammazziamo”.
Comprensibile l’ondata di solidarietà di tantissime persone che in questi giorni hanno fatto sentire la loro vicinanza alla titolare del ristorante e a tutta la sua famiglia. Oltre 2700 sono state le condivisioni su Facebook, più di 8500 i “mi piace” al post.
“Vogliamo ringraziare tutte le persone che hanno mostrato la loro solidarietà, non solo coloro che sono venuti a trovarci, ma anche coloro che ci hanno dimostrato la loro vicinanza con un commento o un messaggio privato – scrive Gabriella Addis -. La nostra vuole essere una denuncia pubblica alla quale vi chiediamo di partecipare”.