PHOTO
Dopo un delicato intervento a cuore aperto ha dovuto attendere un’intera giornata in aeroporto prima di poter tornare a casa. Sfortunato protagonista della vicenda Antonio Cau, 63enne di Abbasanta. Mercoledì 5 aprile era stato ricoverato presso l’Humanitas di Rozzano, dove è stato sottoposto all’intervento chirurgico durato sei ore.
Accompagnato dalla moglie, dopo l’operazione i due coniugi hanno prenotato i biglietti per fare ritorno in Sardegna, dove Antonio avrebbe proseguito la sua riabilitazione post-intervento. Tuttavia, una serie di incomprensioni ed errori di comunicazione hanno costretto il malcapitato, fortemente debilitato, a una estenuante attesa che ne ritarderà il ritorno a casa.
A raccontarci l’episodio è il figlio Fabio: “I miei genitori si sono fatti accompagnare in aeroporto, a Bergamo, dal fratello di mio padre, arrivando circa 4 ore prima per recarsi al check-in e assicurarsi l’assistenza. Quindi si sono rivolti a un operatore Ryanair per avere assistenza, spiegando che mio padre necessitava di aiuto per salire in aereo”.
E’ a questo punto che la vicenda prende una svolta negativa per il passeggero: “Per questo volo non è possibile – avrebbe risposto l’operatore – perché i quattro posti sono già occupati: la sposto sul volo delle 21.30”. Al che, piuttosto indispettito, il 63enne ha spiegato la sua situazione, sottolineando il disagio che avrebbe creato per sé e per le sue condizioni di salute una lunga attesa. Quindi, accettando di fare il percorso di salita sull’aereo senza assistenza pur di partire col volo stabilito, l’uomo ha chiesto che almeno venissero imbarcati i suoi bagagli in stiva pagando la cifra necessaria.
Niente da fare: “L’operatore afferma di non volersi prendere responsabilità”. Inutile l’intervento della collega a supporto del passeggero, l’operatore, nonostante la disponibilità dell’uomo a firmare un’autocertificazione in cui dava il suo benestare a procedere con le operazioni, avrebbe ribadito di non volersi assumere le responsabilità. Il volo è rinviato alle 21.30.
Quindici minuti dopo, racconta ancora il figlio, “i miei genitori vengono contattati dall’assistenza”, che li sollecita: “Dobbiamo imbarcarci”. I due coniugi, rimasti spiazzati dopo che l’operatore aveva riferito che non vi era disponibilità di assistenza, concordando con quest’ultima di partire regolarmente alle 16.30. Tuttavia, tornati presso il punto check-in, al posto dell’operatore – andato via – c’era un’altra collega che, non avendo effettuato le operazioni di modifica precedenti, non ha potuto ripristinare il vecchio volo.
Alla fine, l’uomo è stato assistito direttamente presso la sala amica dell’aeroporto, dove è stato messo in un lettino. Per una serie di errori, dunque, la coppia si è ritrovata ad attendere tutta la serata per poter far ritorno a casa, dove Antonio è arrivato all’una di notte. “Solo mi dispiace per quanto accaduto a mio padre – commenta Fabio –. Mi ha fatto rabbia: è successo a lui, ma succede spesso ad altri passeggeri”.
Il “mea culpa” della compagnia: “Ho fatto un reclamo alla Ryanair che ha accolto il modulo di rimborso per il biglietto di mio padre. Al di là di questo, ribadisco il dispiacere per una situazione di disagio venutasi a creare senza reali motivazioni, spero che certi episodi non si ripetano”.