Potrebbe non essersi trattato di un suicidio: per stabilirlo definitivamente la gip del tribunale di Tempio Pausania, Caterina Interlandi, ha disposto l'estumulazione e l'autopsia sulla salma di Enrico Bacciu. Il 38enne, nel marzo del 2019, venne trovato privo di vita nella sua casa a Porto San Paolo.

A chiedere che venga fatta chiarezza sulle cause della morte, che venne archiviata come suicidio, sono la madre Giuseppina Capra e il fratello Michele Bacciu. Sui vestiti indossati dall'uomo e nella stanza in cui si trovava il corpo, infatti, erano presenti tracce di sangue che non vennero prese in considerazione. All'epoca dei fatti non venne disposto nessun accertamento autoptico, cosa che invece adesso verrà fatto la riesumazione del corpo prevista già nella giornata di domani.

Enrico Bacciu era coinvolto in un'indagine su un traffico di droga con la penisola, di cui sarebbe stato a capo. Secondo i pm della Direzione Distrettuale Antimafia, Bacciu muoveva le fila di un'articolata banda dedita allo spaccio di stupefacenti tra Olbia, il Lazio e la Campania e avrebbe avuto anche rapporti con esponenti di clan camorristici e della malavita romana.

Per la madre e il fratello, rappresentati dagli avvocati Fabio Varone e Salvatore Meloni, ciò che conta adesso è capire cosa sia successo il 4 marzo del 2019, quando il 38enne venne ritrovato impiccato con una corda nel suo appartamento. La salma è attesa a Sassari, dove sarà affidata al medico legale.