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Tre diffide in nove mesi per l’inceneritore di Macomer che in questi anni non ha seguito le regole imposte dalle amministrazioni provinciali, inquinando oltre le previsioni.
Il primo cartellino giallo arrivò a febbraio, quando nella discarica, che serve l'impianto, la pioggia fece traboccare il percolato nei terreni vicini, a causa della mancanza di vasconi di contenimento.
A settembre, la seconda diffida. Questa volta, la società che gestisce lo stabilimento deve immediatamente avviare un'indagine di biomonitoraggio ambientale per misurare le ricadute dell'incenerimento sul suolo e sulle piante.
E, dopo solo un mese, la terza diffida, in cui si evidenziano ben quattro violazioni, tra cui la mancata comunicazione all’Arpas dell’inizio delle attività di autocontrollo, l’assenza di registrazioni relative alle aree di stoccaggio, il mancato rispetto delle frequenze di campionamento delle sostanze inquinanti e il “Sistema di gestione ambientale” incompleto.
«Abbiamo avviato un percorso condiviso per rispettare le prescrizioni, ma ci servirà più tempo» hanno detto i rappresentanti di Provincia, Cacip e Tecnocasic che si sono incontrati ieri per discutere il problema inquinamento.