Nel  fine settimana, durante un normale servizio di controllo, i Carabinieri della Stazione di Olbia Poltu Quadu hanno sorpreso nel campo nomadi di “Conca Onica”, una 43enne, Devlija Beganovic, mentre era intenta a bruciare fili, motori e altro materiale elettrico contenente rame, al fine di separare la plastica dallo stesso rame e dal ferro per poter trarre un facile guadagno dalla successiva vendita del metallo.

I fumi tossici sprigionatisi hanno interessato un’area di un chilometro quadrato.

Questa tecnica di bruciare il materiale isolante che avvolge il prezioso metallo conduttore viene utilizzata, hanno spiegato i militari, viene usata spesso per velocizzare le operazioni di bonifica e ottenere, in poco tempo e senza fatica, il rame che, considerato l’elevato valore economico, verrà rivenduto con ricavi consistenti. Ovviamente i fumi prodotti dalla combustione del materiale plastico causano un elevatissimo danno per la salute pubblica e per l’inquinamento ambientale.

La donna è stata arrestata e poi rimessa in libertà in attesa del processo.