Dopo le piogge del week end, organizzate e diffuse soprattutto sui settori occidentali dove gli accumuli hanno diffusamente raggiunto i 40 mm/50 mm, con locali picchi fino a 80 mm a Santu Lussurgiu, senza creare particolari problematiche legate al dissesto idrogeologico, la Sardegna ha conosciuto nelle scorse 48 ore una fase di accentuata instabilità pomeridiana che è scaturita in autentici nubifragi.

Gli ingredienti che hanno favorito l’instabilità atmosferica sono da ricercare, come spesso accade in queste situazioni, nelle intrusioni di aria fresca e secca in quota, richiamata dai Balcani da un’area di bassa pressione in lento esaurimento sul sud Italia, e nel forte riscaldamento diurno dei bassi strati che ormai, nelle ore più calde del giorno, raggiungono agevolmente i 20°C/22°C.

Sono così venute a formarsi delle grosse termiche/bolle di calore che, sfruttando la forte convergenza al suolo tra correnti di maestrale e correnti di grecale, si sono rapidamente innalzate verso l’alto condensando l’umidità in imponenti strutture temporalesche che hanno in più occasioni, in virtù della costante spinta di galleggiamento perché sempre immerse in un ambiente più freddo, raggiunto il normale limite termico imposto dalla Tropopausa.

Sono state proprio le forti correnti interne ai temporali ad innescare intensi rovesci di pioggia con rain rates superiori ai 100 mm/h, grandinate e frequenti fulminazioni.

Nel pomeriggio di lunedì a farne le spese è stato il Cagliaritano che, specialmente nei suoi settori orientali, si è visto piombare addosso quasi 35 mm di pioggia in poco meno di mezz’ora. Una quantità di acqua notevole che in un ambiente urbano, diffusamente cementato e con una precaria infiltrazione e deflussi superficiali, ha innescato in breve tempo allagamenti e criticità.

Stesso copione nella giornata di ieri con fenomeni di forte intensità in Barbagia, Gerrei, zone orientali del Cagliaritano ed area di Chia dove si è verificata una spettacolare grandinata in spiaggia.