“L’accorpamento dell’UOC Nefrologia con le unità operative complesse di Medicina Interna e Geriatria nell’ambito di una struttura ad intensità di cure, avvenuta a seguito di un “ordine di servizio” del 1° luglio scorso, giudicata dalla direzione della Asl di Nuoro l’unica soluzione praticabile per fronteggiare la carenza di organico medico, si è rivelata subito problematica dal punto di vista attuativo”.

A dirlo la Cisl di Nuoro che ha inviato una lettera al Direttore Generale e al direttore sanitario della Asl di Nuoro, nonchè al Direttore del P.O. S.Francesco per manifestare i proprio timori.

L’accorpamento dei reparti “ha comportato confusione nella formulazione dei turni di servizio per la difficoltà da parte dei medici nefrologi nel garantire il carico di lavoro ordinario (assistenza e urgenze dialitiche, consulenze al P.S., ai reparti, agli utenti esterni) e nell’attività assistenziale rivolta a una tipologia di pazienti non propri (trattandosi di una branca affine, ma non equipollente)”, scrive la Cisl.

“Il timore – continua - è che si abbiano gravi ripercussioni nell’assistenza ai pazienti, anche per l’incremento dello stress da lavoro correlato per i dirigenti medici, e quindi problematiche legate alla sicurezza nelle cure”.

La Cisl di Nuoro chiede “di conoscere quali attività propedeutiche siano state attuate per evitare l’accorpamento, soprattutto se sia stata presa in considerazione la mobilità d’urgenza da ospedali con meno carenze di organico rispetto al San Francesco”.

Nella lettera, inoltre, viene sottolineato il fatto che “proprio perché è certo che non possano essere affidati ad un medico compiti per i quali egli non abbia le necessarie competenze tecniche, con il “provvedimento” contestato sembra essere violato il principio della sicurezza nelle cure di cui all’art. 1 della Legge 24 del 2017 ove si prevede: ”(...) la sicurezza nelle cure (...) si realizza anche mediante tutte le attività finalizzate alla prevenzione ed alla gestione del rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie ed all’utilizzo delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative (...)”.

La stessa Cisl precisa, infine, che “non ha neppure ricevuto la benchè minima informazione preventiva dell’accorpamento pur trattandosi di materia attinente l’organizzazione del lavoro e chiede la revoca del provvedimento e una convocazione urgente con la Direzione della Asl, con riserva di agire in ogni sede competente a tutela della sicurezza dei medici e dei pazienti coinvolti”.