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Bufera nel Comune di Nuoro dove 12 persone, fra impiegati e tecnici, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura della Repubblica di Nuoro. Per cinque di loro il pm Andrea Garau ha chiesto al gip, che si è riservato di decidere nei prossimi giorni, la misura cautelare degli arresti domiciliari: per tutti l'accusa è di assenteismo dal lavoro.
I primi cinque impiegati, sentiti dal gip Mauro Pusceddu mercoledì scorso nell'udienza di garanzia, hanno respinto ogni addebito, ha spiegato l'avv. Angelo Manconi. "La pausa caffè sino al novembre 2013 era prevista dal regolamento interno del Comune - ha sottolineato il legale che, assieme a Antonio Meloni, difende due degli indagati sentiti dal magistrato - sono persone serie e oneste che hanno fatto sempre il loro lavoro, inoltre alcune mansioni si svolgevano necessariamente fuori dal Palazzo come i servizi cimiteriali, i servizi sociali e alcuni erano anche addetti alle attrezzature pubbliche".
Secondo gli impiegati, inoltre, i badge sarebbero stati malfunzionanti e la tolleranza per le uscite del caffè mattutino era prevista dal regolamento. L'inchiesta è stata avviata un anno fa dalla Procura nuorese, dopo che alcuni dirigenti del Comune hanno presentato una denuncia ai carabinieri.
Da allora nel palazzo di via Dante i militari hanno installato alcune telecamere per controllare ogni spostamento delle persone segnalate. Nei giorni scorsi sono quindi scattati i provvedimenti del pm.
“Desidero esprimere la piena fiducia nell’operato della magistratura circa l’indagine in corso – ha detto il sindaco di Nuoro Alessandro Bianchi -. Richiamo all’esigenza di un doveroso rispetto della posizione degli indagati per i quali, è bene ricordarlo, non è definito un verdetto di colpevolezza.
Chiedo rispetto per i tantissimi dipendenti dell’Ente che ogni giorno, in condizioni difficili se non impossibili, continuano a fare con responsabilità e serietà il proprio dovere.”