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Prosegue senza sosta la battaglia dell'associazione "AdessoBasta", nata a Nuoro dopo il drammatico incidente avvenuto il 25 dicembre 2017 lungo la SS 129, nel tratto che congiunge il capoluogo barbaricino a Macomer. Era il giorno di Natale quando un'auto con a bordo quattro giovani perse il controllo schiantandosi contro un guard rail che causò la morte dei fratelli Matteo e Francesco Pintor, 16 e 24 anni. A borde del mezzo viaggiavano anche un terzo fratello, Giovanni, e il cugino Alessandro Satta.
"GUARD RAIL NON A NORMA IN TUTTA L'ISOLA"
Il 4 marzo prossimo è prevista la nuova udienza del processo civile intentato contro Anas, nell'ambito del quale si è chiesta la condanna per l'ente al miglioramento della sicurezza stradale in Sardegna. Il guard rail che causò la morte dei fratelli Pintor, infatti, secondo AdessoBasta non era a norma, come tanti altri ve ne sono lungo le strade dell'Isola.
Il processo si è aperto dopo che Alessandro Satta, tutelato dall’avvocato Danilo Sedda, ha fatto causa ad Anas, difesa dall’avvocato Pietro Antonio Sanna. A marzo anche l'associazione Adesso Basta, fondata da Giovanni Pintor, entrerà a far parte del iter giudiziario. La prima udienza si è tenuta il 19 dicembre, davanti al giudice Francesca Lecis. Il 4 marzo è prevista anche la nomina di un Consulente Tecnico d’Ufficio, che dovrà stabilire se il terminale del guardrail fatale ai fratelli Pintor fosse a norma o meno.
"UNA BATTAGLIA ENORME PER TUTTI I SARDI"
È proprio Giovanni Pintor ad annunciare con un video pubblicato sui social l'importante appuntamento del 4 marzo, chiedendo ai follower di sostenere la causa di AdessoBasta.
"Ho una cosa importante da dirvi — spiega Giovanni — e ho bisogno di tutto il vostro supporto: ci sarà la prima udienza del processo civile che vedrà Alessandro, mio cugino contro Anas s.p.a., il gestore di quella strada che nel Natale del 2017 ha cambiato per sempre la mia vita. Noi, i ragazzi di AdessoBasta, saremo parte di quel processo grazie all’articolo 105 del codice civile che ci permette di entrarne a far parte con “intervento adesivo”. Un po’ come quando in un processo penale ci si costituisce parte civile e si diventa di fatto parte del processo".
"È l’inizio di una battaglia enorme contro un sistema strade che crea circa cento morti all’anno solo in Sardegna e tremila in tutta Italia. Per non parlare dei costi degli incidenti stradali trasferiti al sistema sanitario e tutte le famiglie che cadono in tragedia. Questo è un vero e proprio Davide contro Golia, dove AdessoBasta si batterà per scardinare un sistema fatto di negligenza, noncuranza dei servizi pubblici e dove nessuno si prende mai le responsabilità, neanche quando la pericolosità di un’infrastruttura è così lampante", aggiunge il fondatore dell'associazione.
"Quel giorno mio cugino non correva — ricorda Giovanni Pintor —, tutti in quella macchina eravamo sobri e quella curva, già ben nota per la sua pericolosità, lo ha portato a sbandare e a sbattere in un guardrail che era fuori norma, che non doveva essere installato così e che, infatti, ha ucciso anziché proteggerci. Tutti lo sapevano, chi gestisce quella strada lo sapeva. Quello non era l’unico incidente mortale in quel punto tant’è che adesso stanno mettendo a posto quella curva. Eppure, niente di concreto è stato fatto prima che AdessoBasta intervenisse".
"FARE DELLA SARDEGNA UN POSTO PIÙ SICURO"
"Ma quindi, cosa vogliamo fare in questo processo? Abbiamo chiesto al giudice di condannare l’ente gestore a mettere a posto tutti i guard rail della Sardegna di sua competenza. Se dovessimo vincere la Sardegna diventerebbe un posto molto più sicuro. Sarebbe una sentenza storica che finalmente inchioderebbe gli enti gestori a prendersi le proprie responsabilità. Lo so che può sembrare inutile un semplice like, salvare, condividere, ma il vostro supporto è veramente fondamentale: questo è il nostro mezzo per far diventare questa battaglia di dominio pubblico e di conseguenza salvare vite. Salvare la tua vita, la mia, la nostra e di tutti quelli che ogni giorno usano la strada", conclude Pintor.