Imprese edili, muratori e autotrasportatori hanno protestato questa mattina per le strade di Nuoro con i propri veicoli, causando ingorghi nel traffico cittadino per reclamare una discarica di inerti che attualmente non dispongono. La discarica di Su Berrinau è stata chiusa lo scorso estate per non essere conforme alla normativa, costringendo i lavoratori a pagare somme considerevoli per trasportare gli inerti in altre città dell'Isola.

La manifestazione è partita alle 7 del mattino dal Campo nero con 25 mezzi e diverse centinaia di partecipanti, percorrendo viale Sardegna, piazza Sardegna, via Lucania, via Lamarmora, viale Trieste, fino ad arrivare in piazza Italia di fronte al Comune e alla Provincia, dove una delegazione ha incontrato l'amministratore e il commissario straordinario dei due enti, Giuseppe Ciccolini e Giovanni Pirisi. Un potenziale accordo sembra essere in vista.

"Siamo stati rassicurati - ha dichiarato Marco Unida, imprenditore edile tra i promotori della protesta - Ci hanno assicurato che apriranno a breve un centro di smistamento polivalente a Pratosardo per gestire diversi tipi di rifiuti da cantiere, ma finché non vedremo azioni concrete, non potremo considerarci soddisfatti."

"Chiediamo - ha spiegato Unida - un sito polivalente per lo smistamento, lo smaltimento e il riciclo non solo degli inerti, ma anche di altri materiali derivanti dai cantieri, che devono essere trasformati e riutilizzati in linea con le normative europee", ha continuato l'imprenditore edile Marco Unida, tra i promotori della protesta. "Fino ad oggi abbiamo avuto la discarica di Su Berrinau che non era gestita correttamente, senza le dovute precauzioni per evitare l'inquinamento del terreno e delle falde acquifere con materiali tossici."

"Attualmente - ha denunciato Unida - stiamo affrontando notevoli difficoltà dal punto di vista economico: se prima lo smaltimento di tre metri cubi di inerti costava tra 80 e 100 euro, ora dobbiamo noleggiare contenitori e trasportarli in altre città dell'Isola spendendo fino a 600 euro. Questi costi non sono sostenibili, dobbiamo ottenere gli stessi diritti garantiti in altre zone della regione."