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Dopo un 2024 allarmante per il comparto sicurezza, a Siniscola il nuovo anno inizia con un tavolo alla presenza della prefetta di Nuoro, del questore e delle forze dell’ordine: al centro del dibattito l’escalation di attentati incendiari, ma più in generale di episodi di criminalità diffusa, che nell’anno appena trascorso hanno coinvolto la cittadina baroniese, accendendo la discussione in consiglio comunale. Così, venerdì 10 gennaioin aula consiliare sono stati esposti a porte chiuse i principali problemi alla prefetta Alessandra Nigro, sottolineando la necessità di una ulteriore intensificazione dei controlli. Tanti i pareri, spesso concordi e talvolta contrastanti, sulle cause da ricercare alla radice di una piaga sociale che ormai da anni angoscia la quiete dei cittadini. Innanzitutto, focus sui numeri del 2024: una rapina, cinque furti d’auto, sei furti in abitazione, 37 atti incendiari di cui 33 ai danni di auto, attentati dinamitardi e scritte intimidatorie.
Di quanto discusso in aula consiliare ci ha parlato il consigliere di minoranza Marcantonio Farris, candidato sindaco alle amministrative del 2021 con la lista Giss. Farris ha fatto il punto della situazione, condividendo alcune idee e proposte utili a sensibilizzare la comunità sul tema. “E’ una storia che va avanti da anni, fra alti e bassi. Ma – precisa Farris – non è un argomento che coinvolge solo la nostra comunità. A Siniscola è stata però un’annata dura: d’estate i ‘classici’ incendi, d’inverno attentati ‘mirati’. Una situazione divenuta insostenibile, sottoposta all’attenzione dei vertici provinciali: “Dalla prefettura – afferma – sono arrivate perplessità sulla collaborazione della popolazione. Mi è parso un approccio troppo ‘Up to Down’. La prefetta si è lamentata di un certo senso di omertà”.
Focus sui giovani: “Si è parlato di una società deviante per i giovani – prosegue –. Io non mi trovo del tutto d’accordo su questa chiave di lettura. In una situazione come quella di Siniscola, in cui gli episodi si ripetono in maniera seriale e variegata, penso che il problema sia ben più grande. Non si tratta di classiche bravate. Da parte della prefettura è comunque emersa la volontà di dispiegare sul campo un numero di pattugliamenti articolato, ed effettivamente i controlli si sono infittiti. Ma fino a che punto ciò può influire? Difficilmente investire ulteriormente sulle forze dell’ordine porterà a un’inversione di tendenza”.
Fra le cause dell’escalation di attentati incendiari è stato individuato un caso particolarmente spinoso: “Bruciare le auto è diventata una ‘prassi’ all’interno dei contrasti fra famiglie e singoli individui: hai un conto in sospeso col tuo vicino? Gli bruci l’auto. Dunque, non sempre chi deve andare a denunciare determinati episodi si trova a proprio agio. Non credo che, comunque, il focus possa cristallizzarsi sulla questione di una società omertosa”. Obiettivo coordinamento: “Prevenzione e repressione: per tamponare l’emorragia la prefettura si è posta l’obiettivo di creare un contesto di sicurezza percepita, per il momento con l’aumento dei posti di blocco. Servirà poi la collaborazione fra forze dell’ordine e amministrazione”.
Come intervenire, però, socialmente? “Sin dal primo momento in cui ci siamo insediati, noi avevamo proposto l’istituzione della Consulta giovanile – spiega –. Anche se non credo che la responsabilità principale di questi atti sia dei giovani, sarebbe importante intervenire sulle nuove generazioni tramite un lavoro di coinvolgimento e sensibilizzazione. Per fermare la scia di malavita e vandalismo sarebbe utile far capire a queste quanto importante sia salvaguardare il nostro patrimonio. Agire oggi per avere risultati un domani, nel breve o lungo periodo, ma siamo già in ritardo rispetto a un lavoro che avremmo dovuto iniziare tempo fa”.
L’amministrazione è coesa: “Siamo tutti determinati a fermare quest’ondata di violenza. Possiamo riniziare e provare a mettere un freno, ma per farlo servirà realmente unità d’intenti, da parte di tutti”, conclude.