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Dopo l'immenso dolore che ha scosso il paese, la comunità di Fonni ha deciso di posticipare la tappa di "Autunno in Barbagia" a fine gennaio anziché tenerla come previsto nei giorni 7 e 8 dicembre. Una scelta che nasce dal desiderio di rispettare il lutto e per prepararsi all'evento con rinnovata energia per accogliere i visitatori.
Lo fa sapere la sindaca Daniela Falconi tramite una toccante lettera congiunta, firmata dagli amministratori, dalle associazioni, dalle attività produttive e dai cittadini del paese più alto della Sardegna, in cui viene sottolineato l'importanza di ritrovare l'unità e la serenità dopo "la più grande tragedia mai successa".
La missiva inizia con un passo della Sacra Bibbia: “Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo (…) Un tempo per piangere e un tempo per ridere Un tempo per gemere e un tempo per ballare”. Un testo che riflette il sentimento profondo di unione e solidarietà che la comunità di Fonni sta cercando di mantenere in questo periodo di dolore e smarrimento.
"Quando una comunità è scossa, confusa, triste ha un solo modo per ritrovarsi: stringersi insieme e provare a ragionare in maniera collettiva - si legge -. La tragedia che ha colpito il nostro paese non ha lasciato nessuno indifferente. Tutti ci siamo sentiti e ci sentiamo padri, madri, fratelli, sorelle, amiche e amici di Michele, Lorenzo, Marco, Michele e Mauro".
"Ognuno di noi ha affrontato un dolore tutto suo e ha provato, in ogni modo a far sentire la propria vicinanza alle famiglie colpite: con una parola, con una preghiera, con un gesto, con una partecipazione unita e silenziosa al lutto di un’intera comunità. Con questo spirito in questi giorni si sono ritrovate tutte le associazioni del paese, tutto il Consiglio Comunale, le attività produttive, la chiesa, moltissimi cittadini. A volte, per condividere, serve parlare e ascoltare. A volte, parlare e ascoltare, fa sentire meno soli - viene sottolineato nella lettera -. Gli incontri di questi giorni non sono stati fatti per decidere se fare o no Cortes Apertas, la cui macchina organizzativa in questi tempi dovrebbe già essere partita".
"Gli incontri - viene precisato - ci sono stati per ascoltarci a vicenda, per sottolineare il valore enorme del volontariato fonnese che ancora una volta, così come è stato in passato, sarà decisivo per risollevare una comunità smarrita. Il volontariato, le associazioni saranno decisive con lo sport per bambini e ragazzi, col canto, con la musica, con le manifestazioni che hanno reso il nostro paese unico in Sardegna. Con quello spirito di aggregazione e socialità che da sempre porta decine di fonnesi a mettersi a disposizione della comunità con il solo spirito di fare per gli altri. E ancora una volta, sarà il mondo del volontariato unito alla indiscutibilmente unica laboriosità di ogni fonnese a far ritrovare la serenità a un paese che oggi pare smarrito".
E ancora: "In ogni intervento di questi giorni, tutti scossi da grandissima commozione, è emerso chiaramente il desiderio di riprendere insieme, ma prendendosi tutti i tempi necessari. Cortes Apertas è patrimonio del paese, è un evento che ogni anno porta a Fonni migliaia di persone. Persone che, quando arrivano da noi vengono accolte col sorriso da ogni operatore economico e possono apprezzare come un paese intero sorride insieme ai visitatori che si possono immergere completamente in una comunità viva, vitale, in cui le tradizioni non sono ostentate ma coinvolgono veramente tutti: dai bambini agli anziani. Un evento corale che vede nel suo successo proprio l’armonia di una comunità che lavora unita. Un evento che ha bisogno di settimane di lavoro preparatorio che coinvolgono decine di persone per allestire le case, organizzare gli eventi, predisporre la sicurezza".
"Può un evento di questa portata - domandano i firmatari della lettera - essere organizzato con la stessa allegria, lo stesso coinvolgimento comunitario, la stessa armonia quando il paese ha ancora gli occhi gonfi di lacrime per la più grande tragedia mai successa?".
"Cortes Apertas o è evento di tutti, o, più semplicemente, non è. Il Paese di Fonni vuole tornare a mostrarsi ai visitatori con il suo sorriso più vero, con la sua innata capacità di accogliere chiunque ed è per questo che quest’anno la manifestazione si ferma per l’Immacolata e verrà rinviata a fine gennaio. Per rispetto verso il dolore di tutti, ma anche per rispetto di chi vorrebbe venire a visitarci. Questi giorni, queste settimane serviranno a tutti noi non a fermarci ma a trovare nuovi stimoli per ripartire, per renderci conto di quanto questa prova, ingiusta e incomprensibile, sia stata un modo per riscoprire una comunità unita, seria, solidale, vicina”, termina così la lettera.