Gaffe geografica per il leader di Azione Carlo Calenda. Ospite del talk show politico Tagadà, condotto su La 7 da Tiziana Panella, il senatore ha raccontato di essere un amante dell'arte e della bellezza.

"Io il sabato e la domenica, da tutta la vita, giro dei posti legati alla storia, in particolare quella romana, ma non solo - ha spiegato Calenda alla conduttrice -. La più bella chiesa romanica che abbia mai visto è a Ottana, un paesino in Sicilia che non vedrà mai nessuno. Girando l'Italia vedi queste cose e quello che provo a fare è mostrarle sui social. Funziona, la gente lo segue, non ho nessuna velleità da professore, semplicemente spiegare cosa trasmettono per me".

"E' una sorpresa che un politico faccia una cosa culturale. Un mio collega mi ha detto che è una cosa troppo elitaria, ma se la cultura è elitaria siamo morti, perché lo scopo della democrazia è che la cultura non sia elitaria".

Peccato che Ottana si trovi in provincia di Nuoro, in Sardegna, e non in Sicilia. "Piccola" svista per il numero uno di Azione, che ha richiamato comunque l'attenzione sulla meravigliosa chiesa parrocchiale del centro barbaricino.

LA CHIESA DI SAN NICOLA

Il tempio, dedicato a San Nicola, fu cattedrale della diocesi di Ottana (soppressa nel 1503). La chiesa venne consacrata nel 1160 dal vescovo Zaccaria, come attesta la pergamena originale, ritrovata sotto l'altare maggiore nel 1912.

L'antica cattedrale è edificata sulla sommità di una collinetta nel cuore di Ottana, in Barbagia. Si accede al sagrato da una scalinata che conduce ai piedi della facciata a capanna, alta e stretta e sviluppata su tre ordini. L'ordine inferiore è diviso in tre specchi, con al centro il portale architravato e sormontato da un arco a tutto sesto. Anche l'ordine mediano è tripartito, con lesene che reggono tre arcatelle, di cui quelle laterali ospitano al loro interno rombi decorativi, mentre quella centrale include una bifora. Il livello superiore, invece, presenta una falsa loggia, costituita da cinque arcatelle su lesene.

L'interno, con pianta a croce commissa, si articola in una navata unica, coperta con capriate lignee, e due bracci voltati a botte e da un'abside semicircolare rivolta ad oriente. All'interno sono custoditi un crocifisso ligneo cinquecentesco, e nel braccio sinistro un polittico trecentesco, noto con il nome "pala di Ottana". L'opera è attribuita al Maestro delle tempere francescane (artista attivo a Napoli tra il 1330 e il 1345), presenta scene della vita dei santi Francesco e Nicola, dipinte a tempera su tavola. Vi sono rappresentati anche due personaggi storici, identificati da un'iscrizione come il vescovo francescano di Ottana Silvestro e il donnicello (erede al trono giudicale), futuro Mariano IV d'Arborea.

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