Una lettera aperta a cui affidare le speranze di un intero territorio. Al centro dell’attenzione, ancora una volta, la questione che riguarda la sanità in Barbagia e nel Mandrolisai. La firma della missiva è del Gruppo Allerta in Barbagia che si rivolge al Ministro della Salute Orazio Schillaci, alla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, all’assessore Bartolazzi, alla Commissione sanità, al dottor Paolo Cannas e al direttore generale della Asl 3 Nuoro.

“Nonostante i numerosi tentativi di contattare le istituzioni e le ripetute richieste di incontro, siamo rimasti inascoltati” spiega la referente del Gruppo Pina Cui.  

“La situazione nel Distretto e Ospedale di Sorgono non è cambiata. Dove sono i medici sulle medicalizzate, i pediatri? Il mammografo costato 171 mila euro perché è ancora fermo e inutilizzato? Questo apparecchio, che avrebbe dovuto rappresentare un importante passo avanti nella diagnosi del cancro al seno nel nostro territorio e non solo, è diventato un costoso souvenir, simbolo di inefficienza e spreco di risorse pubbliche”.

Le domande non trovano né una fine, e a quanto pare, nemmeno risposte.

“Riguardo allo Zonchello e al San Francesco vorremo sapere come è cambiata situazione al Pronto Soccorso, in Oncologia e via dicendo. Per quanto riguarda l’Ortopedia siamo estremamente curiosi di sapere quali servizi si stanno effettivamente fornendo. Le nuove strutture e le nomine annunciate, come la creazione dell’Unità Centrale di Gestione dell’Assistenza Sanitaria (UCG) e il nuovo ufficio di supporto del RUAS, rischiano di diventare solo ulteriori poltrone burocratiche che non affrontano i veri problemi del nostro sistema sanitario”.

 Il Gruppo Allerta in Barbagia sottolinea come “il nuovo Decreto Legge 40 sembrerebbe una copia del precedente, modificato solo dove si aveva interesse, appare come un insieme di parole vuote, senza alcuna programmazione immediatamente realizzabile e senza alcuna risposta all’emergenza immediata. Inoltre, non vediamo alcun cambiamento per rendere appetibile il settore pubblico. Sarebbe stato importante rendere confortevole il posto di lavoro e fornire incentivi ai medici che operano nel pubblico. In questo modo, potremmo trattenere i professionisti già presenti e, magari, recuperare quelli che sono passati al privato”.

In chiusura, nella lettera, si chiedono “efficienza e azioni concrete per risolvere questi gravi problemi. La salute dei cittadini deve essere una priorità assoluta e non possiamo permettere che inefficienze e mancanze organizzative continuino a mettere a rischio la vita delle persone. Fermo restando che non abbiamo rilevato nessun cambiamento ai problemi descritti nelle precedenti pec inviate dal nostro Gruppo”.