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Ogni giorno che passa il dolore è più lancinante. L'attesa diventa straziante, per amici, compagni, fidanzata e familiari di Marco Mameli, il 22enne di Ilbono ucciso durante i festeggiamenti del Carnevale a Bari Sardo lo scorso 1 marzo; attesa per la verità, per la giustizia, affinché si possa finalmente dare un volto all'assassino che ha strappato via dal cuore la vita del giovane ilbonese.
Vani, fino ad oggi, sono stati i tentativi di far luce sulla vicenda: le piste seguite dagli inquirenti non hanno ancora portato a nessun nome direttamente riconducibile all'omicidio del 22enne; gli appelli di parenti, amici e conoscenti si sono dileguati nel vuoto. Un grido, quello che chiede giustizia per Marco, rimasto sino ad adesso inascoltato da parte del diretto (o dei diretti) interessato.
L'amore di una zia: "Se non oggi domani: verrà fatta giustizia"
Ma l'amore e il coraggio non si fermano, così come la voglia di rendere giustizia al ricordo di un giovane figlio, fidanzato, amico. Lo testimoniano le parole degli affetti più cari, che oggi, quando parlano, si rivolgono direttamente a Marco, perché vive ancora nei ricordi più belli. Conta i giorni anche la zia, Barbara Campus, che non si dà pace da quando suo nipote è stato così brutalmente portato via al mondo: "Un mese e otto giorni. Contiamo le ore, i minuti, i secondi...", scrive.
"Controlliamo il telefono ogni attimo - racconta la zia a cuore aperto - durante la notte che non passa mai, al mattino appena ci tiriamo su per cercare di affrontare un nuovo giorno, sempre pesante e pieno di attese. La notizia che tanto aspettavamo nemmeno oggi è arrivata - riflette -. Oltre al profondo dolore per la perdita di Marco c'è anche la spietatezza e la ferocia di chi potrebbe dar qualcosa e non fa nulla".
La donna non si da pace - e come potrebbe - eppure non desiste: "Tutto questo - scrive - è lancinante. Ma se non oggi, domani dovrete pagarla cara anche voi, non solo noi! #giustiziapermarcomameli e siamo certi che ci sarà giustizia e verità, prima o poi". Un atto di fede, una dimostrazione di amore che arriva forte, diretta, straziante.
Lettera a Marco: "Non è colpa nostra se..."
Parole, pensieri, emozioni: un dolore che tocca le corde più profonde, espresso nella lettera che, ancora la zia Barbara, rivolge al nipote: "Marcolino... non è colpa nostra! Non è colpa nostra - scrive - se quella sera non eravamo lì con te a farti da scudo. Non è colpa nostra se non siamo riusciti a intervenire in tempo, se non abbiamo potuto stringerti la mano quando ti sei accasciato a terra".
"Non è colpa nostra - prosegue - se non abbiamo potuto asciugarti quella lacrima che scorreva sul tuo bellissimo viso, durante il tuo ultimo respiro. Non è colpa nostra se ti abbiamo amato così tanto. Non è colpa dei tuoi genitori, né di tua sorella, se hanno creato un angelo come te!", conclude.
Loceri risponde a Ilbono: fiaccolata per Marco Mameli
"Giustizia per Marco" non è solo un appello dei familiari, ma una pretesa, una presa di posizione forte e fragorosa di tutta la comunità di Ilbono, che sabato scorso, 5 aprile, ha visto centinaia di persone scendere nelle strade per chiedere verità sulla morte del compianto concittadino. Fiaccole accese, lanterne volate in cielo, e messaggi che arrivano dal cuore dando voce a una comunità scossa.
A Ilbono risponde Loceri, la seconda comunità che scenderà in strada per ricordare Marco Mameli. “Loceri si stringe al dolore per la prematura e brutale scomparsa del giovane Marco Mameli, unendosi all’appello di giustizia”, si legge nel messaggio che accompagna l’invito alla partecipazione per la fiaccolata prevista per venerdì 11 aprile, alle ore 20, in piazza Nonnu Melis.