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La sua vicenda era divenuta un caso mediatico di portata nazionale quando, lo scorso aprile, era stata sospesa per venti giorni per aver fatto recitare un'Ave Maria e un Padre Nostro agli alunni di una terza elementare della scuola primaria di San Vero Milis. Marisa Francescangeli, maestra di 58 anni, è finita nuovamente sotto accusa ed è stata sospesa per tre mesi, ma stavolta la vicenda nulla ha a che vedere con le preghiere.
Da questa mattina, dunque, per l'insegnante si ferma all'esercizio per novanta giorni. L'accusa rivoltale è quella di maltrattamenti nei confronti di un'alunna. Ieri mattina il docente ha ricevuto una notifica del provvedimento. A seguito di quanto preso in esame, secondo gli ispettori del Ministero dell'Istruzione la donna avrebbe dato uno schiaffo ad una bambina che era scappata dalla classe.
Ma per la professoressa la ricostruzione dei fatti sarebbe fasulla. Sarebbe stata lei stessa a comunicare ai genitori dei bambini la sua sospensione, fornendo la versione personale della vicenda. Secondo quanto riportato dal provvedimento, due insegnanti avrebbero dichiarato che lo schiaffo rivolto alla bambina "appare come una reazione del docente in risposta al suo comportamento provocatorio".
Nei prossimi giorni verrà fatta ulteriore chiarezza su quanto accaduto, nel frattempo per l'insegnante si prospetta un lungo stop, a meno che la versione dei fatti non venga smentita, permettendo così alla donna di riprendere regolarmente la professione.
La maestra, sull'Unione Sarda, ha rilasciato però una dichiarazione riportando la sua versione dei fatti e respinge tutte le accuse: "La bambina era in classe, a un certo punto è scappata. Per evitare che riuscisse ad aprire il portone mi sono messa a correre e appena ha sentito la mia voce si è seduta a terra con le gambe incrociate. Non parlava più, mi fissava con gli occhi spalancati. Mi sono spaventata e per farla riprendere le ho dato due piccoli schiaffetti. Come del resto ho raccontato alla mamma per telefono poco dopo".