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"Via le basi militari della Sardegna". Uno slogan che torna oggi con gli oltre 250 antimilitaristi che hanno marciato nel pomeriggio di oggi, 28 aprile, da Villasor alla base aerea di Decimomannu.
Il corteo della manifestazione promossa da "Sardinnia Aresti" è stato aperto dallo striscione "Gherraus impari po una Sardinnia libera" ("Combattiamo insieme per una Sardegna libera").
Gli attivisti contestano lo svolgimento di tre maxi esercitazioni che stanno coinvolgendo l'Isola in questa primavera: Noble Jump della Nato, Joint Stars della Difesa e Mare aperto. Pronte una serie di simulazioni all'aeroporto di Decimomannu, nei poligoni di Teulada, Capo Frasca e Quirra e nelle acque marittime circostanti. A marzo, la Sardegna era stata coinvolta nell'operazione Volpe bianca, esercitazione internazionale degli alpini.
Secondo le informazioni diffuse dagli antimilitaristi, in Sardegna insiste il 66 % del demanio militare italiano, per un totale di 35 mila ettari suddivisi fra 170 installazioni militari. "L'imposizione di forme di economia come quella bellica, altamente inquinanti, generano pesanti ricadute quali spopolamento e malattie, producendo solo pochissimi posti di lavoro e nessuna possibilità di sviluppo", avevano chiarito gli attivisti nell'ultima conferenza stampa di annuncio della protesta di questo pomeriggio davanti al comando militare di Cagliari.