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Nel 2011, nei pressi della torre del Porticciolo ad Alghero, si era registrata la prima scoperta in Italia di resti fossili di un enorme rettile vissuto alla fine del Paleozoico, circa 270 milioni di anni fa.
Nei giorni scorsi, il gruppo di paleontologi dell'Università di Pavia e della Sapienza di Roma, di cui fa parte il professor Umberto Nicosia, è ritornato in Sardegna per avviare nuovi scavi che avrebbero portato all’individuazione di altri resti fossili sempre di un esemplare di Cotylorhynchus, così come accadde quattro anni fa, "lungo circa 4 metri, faceva parte della famiglia dei caseidi, rettili erbivori, considerati i progenitori dei mammiferi - così come spiegò nel 2011 il National Geographic - molto simili agli ippopotami".
(foto tratta da nationalgeographic.it)
Sino alla scoperta di quattro anni fa a Porticciolo, si pensava che questi stessi esemplari fossero limitati a una ristretta zona geografica degli Stati Uniti.
La stessa scoperta, dunque, allarga la nota distribuzione della famiglia dei cotylorhynchus e conferma l’ipotesi di una continuità terrestre tra il Nord America e l'Europa per tutto il Permiano e per la maggior parte del Permiano Medio: una continuità necessaria per la migrazione degli animali.
Intanto, dopo l'inizio di questa seconda fase, l’equipe di paleontologi ha già lasciato nuovamente l’Isola, ma tornerà presto per continuare la sua ricerca e i suoi studi.
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