Taglio del nastro del Museo del Costume di Nuoro, inaugurato dopo il suo ampliamento – undici sale tematiche – e la ristrutturazione, questa mattina, alla presenza dell’assessore della Cultura Claudia Firino.

L’esponente della Giunta ha sottolineato la grande importanza dell’etnografia per l’Isola che trova larga rappresentazione in questa esposizione a tutto tondo della vita tradizionale della Sardegna, dai costumi alla festa, dall’alimentazione al lavoro e alla sfera religiosa, passando per i modi dell’abitare e l’immaginario popolare, con una esposizione di oltre 4mila oggetti.

“È una giornata importante e ricca di significato per Nuoro e per tutta la Sardegna, che da tempo attendeva la rinascita di questo museo. I valori identitari – ha detto l’esponente della Giunta – si legano in maniera forte e indissolubile alla vita, alla cultura e all’economia dei nostri territori. La nostra memoria di ieri serve per la costruzione dell’identità di domani. Non viviamo infatti il concetto di identità come cristallizzato, ma come plastico e in divenire”. L’assessore Firino ha posto l’accento inoltre sulla grande opportunità che i musei oggi siano centri di ricerca, studio e catalogazione, e grandi poli d’attrazione.

“È necessario – ha proseguito Firino – ragionare su poli culturali di qualità e sulla loro messa in rete, per programmare in maniera efficace l’offerta museale del territorio, promuovendo e sostenendo la valorizzazione del patrimonio etnografico. Solo in questo modo anch’essi potranno diventare un reale veicolo d’attrazione turistico- culturale per la nostra regione. Guardo con ammirazione alla realtà nuorese, che vanta l’Isre e il Man. Lavoriamo in rete e diamo a questa parola una concretezza che spesso stenta a essere realizzata: non è più tempo di andare avanti con piccoli musei e portare avanti progetti isolati e per singoli territori che non comunicano tra loro. La cultura e le reti tra musei possono essere quel ponte felice per sentirci tutti parte realmente della stessa terra e della stessa battaglia nel raggiungimento dell’obiettivo”.

SALE TEMATICHE. Sono undici e partono dalla preistoria della Sardegna sino al 1950: presente un video-wall con filmati dedicati alle diverse forme del paesaggio rurale, costiero e montano dell’Isola. Si prosegue con una introduzione all’etnografia e rappresentazioni di scene della vita quotidiana, della festa e lavorativa, con strumenti tipici, pani e tessitura e 54 abiti, maschili e femminili, indossati da manichini. Tra le novità del museo un nuovo atrio e spazio di accoglienza per il pubblico, bookshop.

Una sala per servizi accessori e manifestazioni per 70 persone. Ancora sale per esposizioni temporanee dove, per l’inaugurazione, sono state allestite due importanti esposizioni, la raccolta di ceramiche della Sardegna a confronto con antiche casse tradizionali provenienti dalle collezioni dell’Isre, e una mostra fotografica di 65 immagini di Wolfgang Suschitzky.