L'agronomo Massimo Franzil, 55enne sassarese, ha denunciato alcuni colleghi che in una chat di Whatsapp avevano accostato la sua figura a quella di Jack Torrance, lo scrittore pazzo interpretato da Jack Nicholson in Shining, capolavoro di Stanley Kubrick. Un personaggio che ha fatto la storia del cinema, ma particolarmente inquietante per la sua instabilità mentale e furia omicida.

A presentare la denuncia in Procura è stato il legale del professionista, Nino Cuccureddu. L'agronomo, candidato alla presidenza del consiglio del proprio ordine professionale, si era sentito diffamato anche da alcuni commenti comparsi nella medesima conversazione.

A conclusione delle indagini il pubblico ministero ha disposto la citazione diretta a giudizio per Daniele Giovanni Battista Berardo, 65enne sassarese, e Antonio Ledda, 47enne residente a Siligo. Due giorni fa, in occasione del processo, si sono presentati davanti al giudice Sergio De Luca alcuni testimoni tra cui la parte offesa. L'accusa della Procura è che i due, in concorso tra loro, "comunicando su WhatsApp nel gruppo di messaggistica istantanea denominato 'XVIII Agosto' con più persone, offendevano la reputazione e il prestigio di Massimo Franzil, accostando la sua persona all'immagine simbolo di Jack Nicholson nel film Shinine e aprendo una discussione denigratoria sulla sua persona". 

Viene poi riportata la conversazione tra Ledda e Berardo nella quale i due colleghi del Franzil, discutendo sulle imminenti elezioni, si riferiscono alla candidatura del collega con queste parole: "Ve lo immaginate l'ordine con un presidente come Franzil?", "Da quello che scrive si intende che è chiaramente molto disturbato, con totale instabilità caratteriale e mania di persecuzione", "Averlo in consiglio potrebbe essere una vera iattura", "Mi avevano detto che era esaurito ma non credevo sino alla paranoia". A quel punto sarebbe stato lo stesso Ledda a postare la foto di Jack Nicholson nel film Shinine. "Franzil?", aveva risposto Berardo. "Può essere, ultimamente si è un po' abbruttito", Ledda. E Berardo: "Abuso di psicofarmaci".

La persona offesa era successivamente venuta a conoscenza di tali commenti.  Gli imputati, difesi dagli avvocati Maurizio Serra e Francesco Cubeddu, hanno sostenuto che si trattava di commenti in una chat chiusa, in una conversazione che consisteva in una critica politica emersa nell'ambito di una controversia elettorale in corso. Il processo è stato rinviato a luglio.